domenica 16 ottobre 2011

Manifesto dei professionisti liberi. Professionisti, LiberoFuturo e Addiopizzo, insieme contro la mafia

La straordinaria diffusione e pericolosità del sistema mafioso impone ad ogni soggetto sociale, singolo o associato, pubblico o privato, di svolgere un ruolo attivo nel contrastarlo.
 Siamo convinti, infatti, che la Mafia si potrà sconfiggere solo se a combatterla non saranno più alcuni soggetti isolati, ma tutte le istituzioni, compresi gli Ordini Professionali oltre che la larga maggioranza della società civile. All'origine della nascita degli Ordini c'è stata, tra l'altro, la necessità di vigilare sul corretto comportamento degli iscritti. Probabilmente questa funzione, con il trascorrere degli anni, ha perso l'importanza che il legislatore le aveva attribuito.
Per tutto ciò, il "Comitato dei PROFESSIONISTI LIBERI", insieme a LiberoFuturo e Addiopizzo, ha ritenuto utile redigere uno specifico Manifesto che, oltre a riprendere quanto già regolato dalle norme e dai codici deontologici, possa essere osservato nell'ambito più specifico della lotta al racket del pizzo ed al sistema mafioso.
Tutti coloro che sottoscriveranno la "Dichiarazione di impegno" entreranno a far parte di una lista di professionisti che sarà resa pubblica. Il Manifesto contiene norme etiche specifiche che, una volta sottoscritte, impegneranno pubblicamente al loro rispetto e all'attenta osservanza ogni singolo professionista, pena l'esclusione dalla lista stessa. Il Manifesto è rivolto a tutti i professionisti siano essi liberi professionisti o dipendenti pubblici e privati.
Essi, sottoscrivendolo, si impegnano a rispettarne le indicazioni nell'ambito delle loro competenze professionali e responsabilità individuali.

DICHIARAZIONE DI IMPEGNO
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IO SOTTOSCRITTO, CONSAPEVOLE CHE L’INOSSERVANZA COSTITUIREBBE
VIOLAZIONE DEI DOVERI DEONTOLOGICI PROFESSIONALI, MI IMPEGNO:
1.ad adoperarmi perché l’attività professionale sia esercitata nel rispetto degli interessi della
collettività in considerazione della sua funzione sociale e a non svolgere l’attività
professionale in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza,
alla libertà, alla dignità umana;
2.a denunciare, con il sostegno delle associazioni antiracket della FAI, ogni illecita richiesta
di danaro, prestazione o altra utilità formulata anche attraverso agenti, rappresentanti o
dipendenti e, comunque, ogni illecita interferenza riscontrata nell’esercizio delle mie
specifiche competenze professionali;
3.a respingere e denunciare qualsiasi altra forma di pressione o imposizione mafiosa tesa
a condizionare la mia attività e autonomia professionale;
4.a non prestare la mia opera professionale, anche sotto forma di pareri e consigli, a
soggetti condannati per mafia o comunque incorsi in gravi violazioni di legge, qualora
non previsto per legge e salvi i casi di necessità, per salvaguardare i diritti fondamentali
della persona umana, come il diritto alla salute ed il diritto alla difesa nel giusto processo;
5.a non proporre o concludere affari o stringere patti societari con soggetti imputati o
condannati per mafia;
6.a denunciare, qualora non contravvenga allo specifico segreto professionale previsto per
legge o dagli specifici Codici deontologici professionali, ogni intimidazione o
imposizione mafiosa di cui dovessi venire a conoscenza nello svolgimento della mia
attività e comunque nell’ambito delle mie specifiche competenze professionali e
responsabilità individuali;
7.ad informare il Comitato, senza omissioni, su tutte le vicende rilevanti, giudiziarie e non,
che riguardano la mia attività professionale;
8.a prestare la massima collaborazione per la prevenzione dell'uso del sistema finanziario
a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose;
9.a spingere i miei committenti, qualora fossero taglieggiati, a denunciare gli estorsori;
10.a preferire, sia nello svolgimento dell'attività professionale che nella qualità di cittadino
consumatore, i prodotti, i beni e i servizi offerti dai Professionisti Liberi, dalle imprese
inserite nel circuito del Consumo critico Addiopizzo e dalle aziende che producono sui
beni confiscati alle Mafie.

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