Fonte: Ansa.it
''Oltre al crollo del 70% delle opere pubbliche appaltate negli ultimi quattro anni e alla perdita di oltre 40 mila posti di lavoro nell'ultimo biennio, le imprese siciliane attendono da anni 4 miliardi di euro: pagamenti bloccati da scorretti comportamenti politici e burocratici''. Lo sostiene l'Ance Sicilia aggiungendo che ''nuove opere gia' finanziate e cantierabili, per circa 5 miliardi di euro, non vengono poste in gara, e ci sono ritardi fino a tre anni nel rilascio delle autorizzazioni''.
"Ho compiuto una scelta. Da sindacalista ed attuale componente della segreteria regionale siciliana della Fillea-Cgil, ho scelto di lottare a difesa dei diritti fondamentali dei lavoratori e di oppormi ad ogni forma di protervia criminale all'interno dei cantieri" (Ignazio Giudice)
giovedì 30 giugno 2011
Anticipazione intervento Convegno su Infrastrutture. Consorzio Asi, Gela, 30 giugno ore 9:00
Viviamo una stagione storica straordinaria ne usciremo con una grande lezione e avremo più valori, più studio, più indignazione, più proposte e, ci auguriamo, meno retorica , un nuovo modello sindacale privo di rinuncia alla storia ma altrettanto pronto alle sfide al punto da ridisegnare un nuovo modello di società attraverso i valori, prima richiamati, che animano la vita delle persone.
La nostra città e la nostra provincia devono uscire dal torpore del declino industriale e della crisi dell’agricoltura e per farlo vi è una sola possibilità: vivere pienamente il tema dell’iniziativa sociale di oggi, sociale nel senso più libero del termine cioè rivolta ai cittadini oltre che agli addetti ai lavori. L’iniziativa di oggi è importante per la Cgil e per le categorie contrattualmente interessate al tema ma da subito deve diventare importante per le istituzioni e i cittadini.
Ad un certo punto, più di due anni fa, è arrivata la crisi , globale sicuramente, vecchia per noi che purtroppo di crisi ci siamo ammalati ,da Gela a Caltanissetta senza sottrarre gli altri 20 Comuni della provincia, e che di crisi abbiamo scritto negli uffici del lavoro, nei tanti studi di consulenza in giro per i comuni ed abbiamo scritto dando la medicina ad un corpo fortemente provato da troppe patologie e da troppe medicine. Interi nuclei familiari vivono attraverso l’attesa dei requisiti ridotti, della disoccupazione ordinaria, della mobilità, dei contratti di solidarietà. Il tema delle infrastrutture E’ LA PROPOSTA SINDACALE per eccellenza, lo hanno spiegato prima di noi illustri economisti di tutto il mondo, per uscire dalla crisi o per affievolirne gli effetti bisogna rilanciare celermente il settore delle costruzioni. Per questo, o meglio anche per questa ragione strategica, la Fillea Cgil nazionale ha creato l’osservatorio sulle grandi opere pubbliche presieduto da Pierluigi Vigna noto magistrato, simbolo della lotta alle mafie. Ovviamente non è un caso far presiedere l’osservatorio al dott. Vigna perché vi è ancora, non se ne è andato né con il boss degli appalti pubblici Siino né con Ciancimino, l’affare mafioso denominato per sintesi “lavoro pubblico”, connesso alla criminalità organizzata. L’osservatorio, di cui fa parte per la Fillea siciliana Franco Tarantino, l’8 Giugno a Palermo ha illustrato il lavoro di studio, analisi e ricerca, svolto in questi mesi sulle grandi opere che in Sicilia sono cantierabili ma che ancora non vengono avviate, ma ha spiegato, nel corso di una conferenza stampa congiunta alla Cgil regionale, che vi è una bella differenza tra la delibera di finanziamento che rappresenta una decisione certa e l’impegno spesa che invece è “un pagherò”. Vi è una bella differenza tra la normativa che disciplina il PIANO CASA e la stessa norma che in Sicilia è inapplicata. Noi non siamo tecnici ma due cose sono certe e dimostrabili: laddove si costruiscono infrastrutture aumenta il PIL di quei territori; l’altro dato è pari a 35mila posti persi nel biennio 2007 -2008 che si possono iniziare a recuperare rendendo cantierabili alcune opere a partire, per ciò che riguarda la nostra provincia, il finanziamento dell’itinerario NORD – SUD Santo Stefano di Camastra – Gela e la rapida realizzazione del programma “velocizzazione dell’itinerario Catenanuova – Enna – Caltanissetta”. Queste due infrastrutture, permetterebbero, non solo ai cittadini residenti nelle provincie direttamente interessate alla realizzazione delle stesse, ma anche a quelli dell’intera isola, di avviare veloci relazioni commerciali tra le zone interne dell’isola e quelle delle coste e quindi delle aree portuali e aeroportuali. Gli atti assunti dal governo anche con la delibera denominata “PER FRONTEGGIARE LA CRISI ” del 23 dicembre 2008, reiterata per ben 8 volte fino al dicembre 2010, ad oggi realmente hanno comportato per le grandi infrastrutture solo pochi miliardi di euro e solo per lavori nel centro – nord Italia. Con questa velocità di spesa è difficile fronteggiare la crisi ma non è assolutamente difficile, purtroppo, pensare che la limitazione della spesa faccia, più violentemente, entrare nel ciclo dei lavori la malavita organizzata, titolare di ingenti risorse economiche da bonificare, mentre imponga la fuoriuscita dal settore di imprese sane, quelle strutturate, quelle professionalmente in grado di esportare il “marchio” Italia nel mondo.
Questo modo di governare, che ci ricorda Berlusconi da Vespa mentre prometteva di realizzare il mare a Cortina d’Ampezzo e il k2 a Gela, è un disastro non naturale per i lavoratori e le imprese ed a partire da tale considerazione la Fillea Cgil di Caltanissetta non farà mancare il contributo alla sfida che il sindacato degli edili, in tutto il Paese, ha inteso lanciare avvalendosi di un nuovo strumento quale l’osservatorio e questa sfida intendiamo portarla avanti con altri settori della “società onesta” per sconfiggere la propaganda d’immagine sostituendola con la concretezza del programmare e del lavorare. Una sfida che deve essere rivolta anche agli speculatori, ovunque si annidano, e agli individui della malavita organizzata che traggono i loro vantaggi attraverso le azioni criminali. In quest’ambito, anche le imprese devono fare la loro parte, rifiutando, sempre, comunque e in ogni modo e forma con cui si rappresentano e si offrono, i rapporti con il sistema del malaffare e della criminalità organizzata. Noi come sindacato degli edili, lanciamo questa sfida, la lanciamo anche alla politica ed alle istituzioni ed oggi la lanciamo da Gela luogo dalle mille contraddizioni, perché avvertiamo il rischio che se si dovesse seguitare a fare solo propaganda o appaltando la realizzazione di infrastrutture non veramente utili, il danno che si provocherà alla Regione e all’intero Paese è quello di consistenti ritardi nella realizzazione di un sistema economico, produttivo e occupazionale basato sulla realizzazione di opere infrastrutturali in grado di mettere in connessione, tra loro, i grandi centri urbani con i sistemi di traffico per i paesi europei; i piccoli centri con le grandi reti di trasporto; le periferie con le aree industriali. L’opera pubblica non è programmata per essere il risultato di quelle “alchimie” della ripartizione fra le correnti politiche, ma bensì, perché è un investimento che un soggetto imprenditoriale, in questo caso lo Stato, fa per ricavarne un utile guadagno. Vi è da condividere una iniziativa, con i sindaci, i presidenti di provincia, i consiglieri comunali e provinciali ed i parlamentari, finalizzata al giusto utilizzo dei fondi FAS poiché i fondi non concessi per infrastrutture bloccano anche i fondi europei in quanto le opere sono co-finanziate, questo avrebbe un doppio effetto negativo, né fas né fondi europei: noi non ce lo possiamo permettere.
Questo modo di governare, che ci ricorda Berlusconi da Vespa mentre prometteva di realizzare il mare a Cortina d’Ampezzo e il k2 a Gela, è un disastro non naturale per i lavoratori e le imprese ed a partire da tale considerazione la Fillea Cgil di Caltanissetta non farà mancare il contributo alla sfida che il sindacato degli edili, in tutto il Paese, ha inteso lanciare avvalendosi di un nuovo strumento quale l’osservatorio e questa sfida intendiamo portarla avanti con altri settori della “società onesta” per sconfiggere la propaganda d’immagine sostituendola con la concretezza del programmare e del lavorare. Una sfida che deve essere rivolta anche agli speculatori, ovunque si annidano, e agli individui della malavita organizzata che traggono i loro vantaggi attraverso le azioni criminali. In quest’ambito, anche le imprese devono fare la loro parte, rifiutando, sempre, comunque e in ogni modo e forma con cui si rappresentano e si offrono, i rapporti con il sistema del malaffare e della criminalità organizzata. Noi come sindacato degli edili, lanciamo questa sfida, la lanciamo anche alla politica ed alle istituzioni ed oggi la lanciamo da Gela luogo dalle mille contraddizioni, perché avvertiamo il rischio che se si dovesse seguitare a fare solo propaganda o appaltando la realizzazione di infrastrutture non veramente utili, il danno che si provocherà alla Regione e all’intero Paese è quello di consistenti ritardi nella realizzazione di un sistema economico, produttivo e occupazionale basato sulla realizzazione di opere infrastrutturali in grado di mettere in connessione, tra loro, i grandi centri urbani con i sistemi di traffico per i paesi europei; i piccoli centri con le grandi reti di trasporto; le periferie con le aree industriali. L’opera pubblica non è programmata per essere il risultato di quelle “alchimie” della ripartizione fra le correnti politiche, ma bensì, perché è un investimento che un soggetto imprenditoriale, in questo caso lo Stato, fa per ricavarne un utile guadagno. Vi è da condividere una iniziativa, con i sindaci, i presidenti di provincia, i consiglieri comunali e provinciali ed i parlamentari, finalizzata al giusto utilizzo dei fondi FAS poiché i fondi non concessi per infrastrutture bloccano anche i fondi europei in quanto le opere sono co-finanziate, questo avrebbe un doppio effetto negativo, né fas né fondi europei: noi non ce lo possiamo permettere.
La provincia di Caltanissetta, come del resto le altre provincie, sono paragonabili ad una famiglia in crescita: cresce il numero degli abitanti, crescono i nostri bisogni, sempre più evoluti, sempre più personalizzati e come una famiglia cresce e affitta o compra una casa più grande, così fa la città, costruendo nuove opere, nuovi asili, nuove strutture per anziani, nuove strade, nuove piazze e, come una famiglia, quando fa un investimento per il futuro non dice “ ho fatto un debito” , ma dice “ho comprato una nuova casa”, così deve essere per le amministrazioni. Non costruire opere pubbliche, scuole, piazze, recupero del centro storico, ponti, strade, significherebbe tornare indietro nella qualità della vita. DOBBIAMO VALORIZZARE L’ESISTENTE, ognuno di noi questo concetto se lo è sentito ripetere decine di volte. Applichiamolo, partendo dall’esistenza del porto di Gela che però scopriamo essere dichiarato chiuso. Infrastrutturare i territori significa aumentare la qualità della vita di chi li abita, monitorare i grandi e medi appalti significa indebolire il controllo delle cosche ed in una provincia che ha già 3 associazioni antiracket significa tanto, nel cosciente convincimento che la mafia dei colletti bianchi, quella zona grigia che questo sindacato gia 10 anni fa, inascoltato, denunciava, non ha mai mollato la presa.
In questi giorni, stiamo unitariamente lavorando alla definizione di un protocollo di legalità specifico per i lavori della 640 che collegherà in modo più civile ed efficiente Caltanissetta ad Agrigento. Noi, su questa grande opera lunga 24 km e che prevede l’impiego di centinaia di operai, non faremo sconti a nessuno. Vecchi e nuovi pentiti di mafia, di Gela e non solo, hanno descritto il pensiero fisso di cosa nostra e della stidda sull’imposizione di forniture, il controllo degli appalti pubblici, la permanente voglia di controllare la macchina comunale. Ad oggi, malgrado decine di operazioni antimafia, riteniamo la criminalità organizzata indebolita ma presente, in attesa probabilmente di fare altre scelte in ambito politico e, senza prescindere da ciò, in ambito economico. Lo ricordavamo nella conferenza stampa dell’8 Giugno a Palermo, per aggiudicarsi un appalto in Italia ci vogliono 900 giorni e si va dai 583 per la Lombardia, ai 763 per la Sardegna ai 1582 in Sicilia, cioè 4 anni e 4 mesi. Anche questo contribuisce a rendere povera la nostra provincia e l’intera regione. A parer mio si può fare, mettendoci la faccia e non facendo finta. Questo è un vero convegno, si assumono impegni e si portano a verifica. La FILLEA CGIL ha protestato per ottenere conferenze dei servizi e conoscere il destino del viadotto Geremia 2. Oggi, finalmente, su quell’opera si lavora e noi dobbiamo puntare al meglio, nei tempi e nella qualità. I fondi a disposizione dell’ANAS e della Regione darebbero lavoro in Sicilia a circa 5500 lavoratori a tempo pieno e per oltre 8 anni: per la provincia di Caltanissetta le attribuzioni finanziarie sono pari a € 91.414,000,00, che potranno dare occupazione a 260 unità lavorative che lavorerebbero per circa 2 anni. Stiamo parlando di fatti, di auspici, di lavoro, di futuro e per tale ragione vorrei concludere questo mio intervento con una riflessione che lo scrittore Leonardo Sciascia pubblicò nel 1989 all’interno dell’opera letteraria denominata “Una storia semplice”.
“ad un certo punto della vita non è la speranza l’ultima a morire, ma il morire è l’ultima speranza”, aggiungo io, Noi siciliani dobbiamo lavorare per altre speranze, così eviteremo di morire e far morire la Sicilia.
Ignazio Giudice
martedì 28 giugno 2011
Costruiamo un'efficiente rete di infrastrutture per lo sviluppo del territorio
“Costruiamo un'efficiente rete di infrastrutture per lo sviluppo del territorio”. E’ il tema del convegno organizzato dalla Camera del Lavoro di Gela, con la Filt Cgil e la Fillea provinciale, che si terrà giovedì 30 giugno prossimo, alle 9, presso la sala conferenza dell’Asi. Interverranno, tra gli altri, Marco Venturi, assessore Regionale Attività Produttive e Mariella Maggio, segretario generale della Cgil Sicilia.
Indagine Demopolis: chi sono i nuovi poveri in Sicilia?
Fonte: Siciliainformazioni.com
Il 48% dei cittadini siciliani considera peggiorata, negli ultimi tre anni, la situazione economica della propria famiglia. Sono appena 7 su 100 i pochi fortunati che possono dire migliorato il proprio tenore di vita nell’ultimo triennio.
È quanto emerge da un’indagine, condotta dall’Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis, che rivela nell’Isola un progressivo impoverimento della classe media a reddito fisso.
Sono infatti sempre di più, in Sicilia, le famiglie che faticano ad “arrivare alla fine del mese”: la crisi economica, l’aumento del costo della vita e l’assenza di concrete prospettive di lavoro per le nuove generazioni rappresentano una vera e propria emergenza sociale, i cui effetti appaiono solo attenuati dal ricorso, sempre più diffuso, a risparmi precedentemente accumulati.
Ricorrenti sono anche alcune forme di sostegno intra-familiare (nonni, zii, genitori), che permettono di mantenere accettabile il tenore di vita di chi ancora studia o svolge saltuariamente lavori precari.
Secondo la ricerca diretta da Pietro Vento e realizzata dall’Istituto Demopolis, solo un terzo degli intervistati dichiara di giungere alla quarta settimana del mese con relativa tranquillità. Il 40% è costretto a diverse rinunce in alcuni periodi dell’anno; il 27% ammette di far molta fatica, ricorrendo spesso a risparmi precedenti o anche a prestiti per far fronte alle spese quotidiane.
La crisi ha colpito, negli ultimi mesi, diversi nuclei familiari che non molti anni addietro godevano di un accettabile tenore di vita. Si modificano così nell’Isola i comportamenti e le abitudini di consumo. Il 58% dei siciliani va alla ricerca di beni in saldo o di punti vendita più economici per l’abbigliamento. La maggioranza assoluta afferma di aver ridimensionato le spese per il tempo libero ed i pasti fuori casa; ma aumenta anche, per il 51%, la tendenza all’acquisto di prodotti alimentari più economici o in discount. Si accorciano ulteriormente i giorni di vacanza.
“I siciliani – afferma il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – appaiono molto preoccupati per il prolungarsi della crisi economica ed occupazionale, ma anche per l’assenza di serie politiche nazionali o regionali per lo sviluppo. Si avverte, tra i cittadini, una profonda disattenzione del Governo Berlusconi nelle politiche per il Sud, ma anche un gravissimo ritardo - da parte della Regione Siciliana - nella gestione dei fondi europei per lo sviluppo e per la crescita dell’occupazione nell’Isola. Crescono intanto le sperequazioni: mentre si incrementa il benessere delle classi ad alto reddito – conclude Pietro Vento - si assiste da mesi in Sicilia ad un progressivo impoverimento dei ceti medi ed all’estensione dell’area dell’indigenza”.
Ma chi sono nell’Isola i “nuovi poveri”? Secondo la fotografia scattata dall’Istituto Demopolis, sono oggi in difficoltà soprattutto i nuclei familiari monoreddito con figli e gli anziani con pensioni minime o sociali; in una situazione di debolezza appaiono pure i disoccupati e le giovani famiglie, spesso con un lavoro precario e senza immobili di proprietà.
Il 48% dei cittadini siciliani considera peggiorata, negli ultimi tre anni, la situazione economica della propria famiglia. Sono appena 7 su 100 i pochi fortunati che possono dire migliorato il proprio tenore di vita nell’ultimo triennio.
È quanto emerge da un’indagine, condotta dall’Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis, che rivela nell’Isola un progressivo impoverimento della classe media a reddito fisso.
Ricorrenti sono anche alcune forme di sostegno intra-familiare (nonni, zii, genitori), che permettono di mantenere accettabile il tenore di vita di chi ancora studia o svolge saltuariamente lavori precari.
Secondo la ricerca diretta da Pietro Vento e realizzata dall’Istituto Demopolis, solo un terzo degli intervistati dichiara di giungere alla quarta settimana del mese con relativa tranquillità. Il 40% è costretto a diverse rinunce in alcuni periodi dell’anno; il 27% ammette di far molta fatica, ricorrendo spesso a risparmi precedenti o anche a prestiti per far fronte alle spese quotidiane.
La crisi ha colpito, negli ultimi mesi, diversi nuclei familiari che non molti anni addietro godevano di un accettabile tenore di vita. Si modificano così nell’Isola i comportamenti e le abitudini di consumo. Il 58% dei siciliani va alla ricerca di beni in saldo o di punti vendita più economici per l’abbigliamento. La maggioranza assoluta afferma di aver ridimensionato le spese per il tempo libero ed i pasti fuori casa; ma aumenta anche, per il 51%, la tendenza all’acquisto di prodotti alimentari più economici o in discount. Si accorciano ulteriormente i giorni di vacanza.
“I siciliani – afferma il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – appaiono molto preoccupati per il prolungarsi della crisi economica ed occupazionale, ma anche per l’assenza di serie politiche nazionali o regionali per lo sviluppo. Si avverte, tra i cittadini, una profonda disattenzione del Governo Berlusconi nelle politiche per il Sud, ma anche un gravissimo ritardo - da parte della Regione Siciliana - nella gestione dei fondi europei per lo sviluppo e per la crescita dell’occupazione nell’Isola. Crescono intanto le sperequazioni: mentre si incrementa il benessere delle classi ad alto reddito – conclude Pietro Vento - si assiste da mesi in Sicilia ad un progressivo impoverimento dei ceti medi ed all’estensione dell’area dell’indigenza”.
Ma chi sono nell’Isola i “nuovi poveri”? Secondo la fotografia scattata dall’Istituto Demopolis, sono oggi in difficoltà soprattutto i nuclei familiari monoreddito con figli e gli anziani con pensioni minime o sociali; in una situazione di debolezza appaiono pure i disoccupati e le giovani famiglie, spesso con un lavoro precario e senza immobili di proprietà.
sabato 25 giugno 2011
Intimidazioni a ditta edile Palermo, inchiesta
Fonte: Ansa.it
Tre intimidazioni nel giro di un mese, da inizio maggio a inizio giugno, hanno colpito una ditta che sta eseguendo alcuni lavori, per un importo di poco inferiore al mezzo milione di euro, all'interno del Circolo del tennis di Palermo. L'azienda si e' appaltata i lavori di ristrutturazione e ammodernamento degli spogliatoi e di alcune aree del circolo. Il presidente del circolo Riccardo Polizzi ha presentato una denuncia per danneggiamenti, mentre la procura di Palermo ha aperto un fascicolo per i tre episodi segnalati dalla ditta alle forze dell'ordine.
Tre intimidazioni nel giro di un mese, da inizio maggio a inizio giugno, hanno colpito una ditta che sta eseguendo alcuni lavori, per un importo di poco inferiore al mezzo milione di euro, all'interno del Circolo del tennis di Palermo. L'azienda si e' appaltata i lavori di ristrutturazione e ammodernamento degli spogliatoi e di alcune aree del circolo. Il presidente del circolo Riccardo Polizzi ha presentato una denuncia per danneggiamenti, mentre la procura di Palermo ha aperto un fascicolo per i tre episodi segnalati dalla ditta alle forze dell'ordine.
venerdì 24 giugno 2011
Lo Bello: "esistenza cartelli mafiosi è colpa del mondo economico e politico"
Fonte: Siciliainformazioni.com
''I cartelli mafiosi esistono e la colpa e' di una parte del mondo economico e della debolezza morale di una parte del mondo politico. Ma magistratura e le Forze dell'ordine il lavoro lo fanno bene ma il grande problema e' che la citta' etnea deve risvegliarsi''. Lo ha detto il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello parlando con i giornalisti a Catania a margine di un incontro della Cgil. ''Quando dissi in un'intervista al Corriere della Sera cose che tutti sanno -ha ricordato Lo Bello- ho avuto grandi consensi ma anche reazioni che mi hanno stupito come se raccontare quello che succede in citta', significa calunniarla. E' la mafia che fa male alla citta', non parlare di mafia e rendere visibili i mafiosi''.
"Non mi candidero' mai a presidente della Regione ne' intendo fare politica. E' stata la nostra scelta fin dall'inizio e consigliero' anche ai miei colleghi imprenditori di non farlo perche' in Sicilia il problema non e' solo la politica ma anche una societa' debole che ha bisogno di avere testimoni forti". Lo ha detto il presidente di Confindustria Sicilia, Ivano Lo Bello, intervenendo ad Aci Castello, nel catanese, ad un incontro della Cgil. "Uno puo' avere un impegno civile forte -ha proseguito Lo Bello- e noi vogliamo averlo nella societa', non nel mondo politico. La politica deve fare un processo di crescita, deve capire che il mondo e' cambiato, deve stare piu' attenta nei rapporti con le cosche mafiose durante le campagne elettorali". "La politica ha concluso il presidente di Confindustria Sicilia- deve capire che la crescita passa dalle imprese, da un mercato del lavoro serio, non dalle vecchie commistioni che sono state un po' la cifra dominante in Sicilia negli anni '70 ed '80. In alcune realta', oggi, pesano di meno e in questa citta' bisogna fare uno sforzo per farle pesare ancora meno".
''I cartelli mafiosi esistono e la colpa e' di una parte del mondo economico e della debolezza morale di una parte del mondo politico. Ma magistratura e le Forze dell'ordine il lavoro lo fanno bene ma il grande problema e' che la citta' etnea deve risvegliarsi''. Lo ha detto il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello parlando con i giornalisti a Catania a margine di un incontro della Cgil. ''Quando dissi in un'intervista al Corriere della Sera cose che tutti sanno -ha ricordato Lo Bello- ho avuto grandi consensi ma anche reazioni che mi hanno stupito come se raccontare quello che succede in citta', significa calunniarla. E' la mafia che fa male alla citta', non parlare di mafia e rendere visibili i mafiosi''.
mercoledì 22 giugno 2011
Costruzioni, persi 25 miliardi in tre anni
Fonte: Ansa.it
''In tre anni la produzione del settore delle costruzioni ha perso oltre 25 miliardi in valore a prezzi correnti, corrispondente a un taglio del 18,4% a prezzi costanti''. Emerge dai dati Cresme diffusi all'assemblea di Federcostruzioni. ''Solo nel 2010 la flessione ha raggiunto il 6,6% e il settore registrerà una ulteriore flessione dello 0,5% nel 2011''.
''In tre anni la produzione del settore delle costruzioni ha perso oltre 25 miliardi in valore a prezzi correnti, corrispondente a un taglio del 18,4% a prezzi costanti''. Emerge dai dati Cresme diffusi all'assemblea di Federcostruzioni. ''Solo nel 2010 la flessione ha raggiunto il 6,6% e il settore registrerà una ulteriore flessione dello 0,5% nel 2011''.
venerdì 17 giugno 2011
Legge sugli appalti in Sicilia, ecco i punti cardine
Fonte: Siciliainformazioni.com
Con il quadro normativo regionale vigevano in Sicilia, dopo l'emanazione della legge n.7 del 2002, ben ventuno leggi successive di modifica, integrazioni e, a volte, di modifiche delle modifiche, che determinavano una grave incertezza sulle norme da applicare procurando ritardi nelle procedure. Inoltre, l'entrata in vigore l'8 giugno scorso, del nuovo Regolamento di attuazione del Codice dei Contratti, senza il nuovo intervento legislativo, avrebbe comportato un'ulteriore disordine.
Con la legge di riforma del settore degli appalti pubblici, il cui articolato e' stato approvato ieri dall'Ars, e che recepisce il D.Lgs. 163/2006 e il nuovo Regolamento D.P.R. 207/2010, la Sicilia si e' dotata di un quadro normativo chiaro e di facile applicazione che elimina inutili differenze con quello nazionale, pur preservando e tenendo conto delle specificita' della regione.
Sono elementi chiave della nuova disciplina:
- La chiarezza, la trasparenza, l'accelerazione delle procedure e ulteriori norme di contrasto ai tentativi di infiltrazione criminale e mafiosa.
- E' stato privilegiato come sistema di aggiudicazione, il metodo dell'offerta economicamente piu' vantaggiosa, ponendo dei paletti a salvaguardia dell'utile d'impresa. Nel caso di ricorso al sistema del massimo ribasso, sono state previste garanzie aggiuntive in presenza di ribassi eccedenti il 20%, con polizza fidejussoria bancaria. Sono state introdotte, inoltre, alcune norme di snellimento e di maggiore trasparenza per le attivita' svolte dall'Ufficio regionale per l'espletamento di gare (Urega).
Tale meccanismo, nello spirito della legge e' orientato, soprattutto, ad arginare il fenomeno delle infiltrazioni della criminalita' organizzata, garantendo, nello stesso tempo, la completa e corretta esecuzione dei lavori.
- L'accelerazione di alcune procedure, come l'approvazione dei progetti con importi sotto soglia comunitaria, attraverso lo strumento della Conferenza dei servizi, prevedendo anche la partecipazione dei progettisti dell'opera.
- Il dimezzamento dei tempi di pubblicazione per tutti gli enti del Programma Triennale delle opere pubbliche.
- La previsione che nei programmi di spesa regionale possono essere inseriti anche lavori dotati soltanto del documento preliminare alla progettazione, consentendo cosi' anche agli enti che non dispongono delle risorse economiche necessarie per predisporre ulteriori livelli di progettazione, di potere concorrere per ottenere i finanziamenti regionali.
Questi ultimi tre punti consentono di accelerare tutti i processi di spesa con evidenti benefici per la ripresa economica, riducendo i tempi che intercorrono tra la fase di programmazione dei lavori e la loro ultimazione.
Sono elementi chiave della nuova disciplina:
- La chiarezza, la trasparenza, l'accelerazione delle procedure e ulteriori norme di contrasto ai tentativi di infiltrazione criminale e mafiosa.
- E' stato privilegiato come sistema di aggiudicazione, il metodo dell'offerta economicamente piu' vantaggiosa, ponendo dei paletti a salvaguardia dell'utile d'impresa. Nel caso di ricorso al sistema del massimo ribasso, sono state previste garanzie aggiuntive in presenza di ribassi eccedenti il 20%, con polizza fidejussoria bancaria. Sono state introdotte, inoltre, alcune norme di snellimento e di maggiore trasparenza per le attivita' svolte dall'Ufficio regionale per l'espletamento di gare (Urega).
Tale meccanismo, nello spirito della legge e' orientato, soprattutto, ad arginare il fenomeno delle infiltrazioni della criminalita' organizzata, garantendo, nello stesso tempo, la completa e corretta esecuzione dei lavori.
- L'accelerazione di alcune procedure, come l'approvazione dei progetti con importi sotto soglia comunitaria, attraverso lo strumento della Conferenza dei servizi, prevedendo anche la partecipazione dei progettisti dell'opera.
- Il dimezzamento dei tempi di pubblicazione per tutti gli enti del Programma Triennale delle opere pubbliche.
- La previsione che nei programmi di spesa regionale possono essere inseriti anche lavori dotati soltanto del documento preliminare alla progettazione, consentendo cosi' anche agli enti che non dispongono delle risorse economiche necessarie per predisporre ulteriori livelli di progettazione, di potere concorrere per ottenere i finanziamenti regionali.
Questi ultimi tre punti consentono di accelerare tutti i processi di spesa con evidenti benefici per la ripresa economica, riducendo i tempi che intercorrono tra la fase di programmazione dei lavori e la loro ultimazione.
La nuova legge garantisce, inoltre, una migliore trasparenza nell'affidamento degli incarichi professionali grazie all'istituzione di: - Un Albo unico regionale al quale tutti gli enti fanno riferimento per l'individuazione dei professionisti ai quali affidare gli incarichi sotto la soglia dei 100.000 euro, evitando il proliferare di Albi diversi, per i quali i requisiti di iscrizione erano a volte fissati in maniera discrezionale e variavano da ente a ente.
- Un Albo regionale di esperti dove attingere, per sorteggio pubblico, i componenti delle commissioni esaminatrici per gli appalti da aggiudicare con il sistema dell'offerta economicamente piu' vantaggiosa.
- La previsione che il R.U.P. (Responsabile Unico del Procedimento) possa richiedere al competente ordine professionale la verifica del corrispettivo economico da mettere a gara per i servizi di architettura e di ingegneria.
Ulteriori elementi di novita' sono costituiti da:
- Uno specifico fondo per la conservazione e la sicurezza dei beni culturali siciliani, prevedendo di reperire le risorse necessarie con il 50% derivante dai contratti di sponsorizzazione.
- Il ricorso al concorso di idee, in modo da consentire anche ai giovani professionisti di proporsi per la progettazione di importanti opere pubbliche, potendo acquisire successivamente, in caso di aggiudicazione, i requisiti economici e tecnici necessari per la progettazione esecutiva, mediante l'associazione temporanea con altri soggetti.
Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, ha voluto complimentarsi con l'assessore alle Infrastrutture e alla Mobilita', Pier Carmelo Russo, e con il suo staff per il lavoro svolto ma ha anche sottolineato l'atteggiamento positivo del parlamento siciliano che, "senza ostruzionismi, ne' in commissione ne' in aula, ha consentito in poche ore di consegnare la riforma a tutti siciliani e, in particolare, alla categoria dei costruttori che la invocava". "E' una legge - ha sottolineato Lombardo - che potra' rilanciare il settore dell'edilizia in Sicilia".
mercoledì 15 giugno 2011
Appalti: mercato vale 102 miliardi
Fonte: Ansa.it
Il mercato degli appalti pubblici vale complessivamente ''circa 102 miliardi di euro annui, pari all'8% del Pil, ed occupa quasi 1,5 milioni di persone''. E' quanto afferma il presidente dell'Autorita' per la vigilanza dei contratti pubblici, Giuseppe Brienza, nella presentazione alla Relazione annuale 2010, facendo il punto sul valore del mercato, calcolato considerando i dati anche di importo inferiore alla soglia di 150.000 euro.
Il mercato degli appalti pubblici vale complessivamente ''circa 102 miliardi di euro annui, pari all'8% del Pil, ed occupa quasi 1,5 milioni di persone''. E' quanto afferma il presidente dell'Autorita' per la vigilanza dei contratti pubblici, Giuseppe Brienza, nella presentazione alla Relazione annuale 2010, facendo il punto sul valore del mercato, calcolato considerando i dati anche di importo inferiore alla soglia di 150.000 euro.
sabato 11 giugno 2011
Mafia: pignorati beni per 400 milionidi euro in 5 anni
Fonte: Ansa.it
Sfiora i 400 milioni di euro il valore dei beni pignorati alla criminalita' organizzata negli ultimi 5 anni in Italia. E' il dato contenuto nella relazione del ministero della Giustizia al Parlamento. Nella classifica delle citta' per valori dei beni sottratti alla criminalita' Palermo e' al primo posto con oltre 116 milioni di euro, seguita da Milano con 58 milioni. Il Sud fa la parte del leone nella restituzione dei beni mafiosi alla collettivita': negli ultimi 5 anni Sicilia e Mezzogiorno hanno sfiorato l'80% del numero delle proprieta' trasferite allo Stato o ai Comuni.
Sfiora i 400 milioni di euro il valore dei beni pignorati alla criminalita' organizzata negli ultimi 5 anni in Italia. E' il dato contenuto nella relazione del ministero della Giustizia al Parlamento. Nella classifica delle citta' per valori dei beni sottratti alla criminalita' Palermo e' al primo posto con oltre 116 milioni di euro, seguita da Milano con 58 milioni. Il Sud fa la parte del leone nella restituzione dei beni mafiosi alla collettivita': negli ultimi 5 anni Sicilia e Mezzogiorno hanno sfiorato l'80% del numero delle proprieta' trasferite allo Stato o ai Comuni.
Morti bianche: in calo nel nordest
Fonte: Ansa.it
Ancora pesante il bilancio delle morti bianche a Nordest: nei primi 5 mesi del 2011 le persone che sono decedute nei luoghi di lavoro sono 24. La morte colpisce soprattutto chi ha piu' esperienza, 40enni e 50enni. In tutto il Paese le vittime sono 202, pari al 17% in piu' rispetto allo stesso periodo del 2010. Tendenza inversa invece viene registrata a Nordest: nei primi 5 mesi del 2010 i lavoratori che avevano perso la vita erano 32, otto in piu' di quest'anno.
giovedì 9 giugno 2011
Valorizzare il patrimonio artistico e culturale...la Fillea Cgil di Enna scende in campo
Si terrà il 10 giugno, alle ore 9.30, presso la sala convegni della Soprintendenza di Enna il convegno "Valorizzare il patrimonio artistico e culturale", promosso dal sindacato Fillea CGIL - Enna con il supporto di Legambiente Sicilia. Una collaborazione, quella tra Fillea CGIL e Legambiente, nata all'inizio del 2011 nell'ambito della campagna nazionale "Abbracciamo la cultura".
Il convegno, che vedrà al tavolo dei relatori l'assessore regionale alle infrastrutture, Pier Camillo Russo, i sindaci dei comuni di Aidone, Enna e Piazza Armerina e l'assessore provinciale Zinna, punterà i riflettori sull'annosa vicenda della fruizione del grande patrimonio artistico e culturale della nostra provincia in rapporto alla dotazione di servizi ed infrastrutture della provincia.
Il 2011 è sicuramente un anno importante per la nostra provincia: il rientro della Dea di Morgantina sta facendo registrare numeri eccezionali per Aidone, in termini di visitatori. Anche la riapertura della Villa del casale, il cui restauro sarà definitivamente concluso alla fine dell'anno,ha comportato il ripristino di grandi flussi turistici a Piazza Armerina.
Ma se da un lato vi sono queste due eccellenze. E’ anche vero che la provincia è ricca di una infinità di siti minori e di testimonianze artistiche poco conosciute e poco raggiungibili.
"E' necessario quindi pensare in modo unitario e organico -dichiara Alfredo Schilirà, segretario provinciale di Fillea CGIL, a quello che può e deve essere lo sviluppo della provincia di Enna, uno sviluppo che punti alla valorizzazione del patrimonio culturale e ad un'offerta ricca di servizi, perchè il turista lasci questa provincia senza lamentele".
Il convegno sarà presieduto da Rita Magnano, segretario generale Camera del lavoro CGIL Enna, e vedrà anche gli interventi dei circoli di Legambiente presenti in provincia.
La conclusione del convegno è affidata a Franco Tarantino,segretario generale regionale Fillea CGIL.
lunedì 6 giugno 2011
Beni confiscati alla mafia, alla Sicilia il primato
Fonte: Siciliainformazioni.com
Con la destinazione a Brancaccio di un appartamento che diverra' centro aggregativo per i giovani, sale a 425 il numero di immobili sottratti ai boss negli ultimi dodici mesi e a 5.659 il totale di quelli affidati agli enti locali o alle associazioni. Il totale delle confische eseguite ai danni degli esponenti della criminalita' organizzata in Italia arriva invece a quota 11.363. I dati, aggiornati a maggio, sono stati diffusi dall'Agenzia dei beni sequestrati e confiscati e analizzati nel nuovo numero di ASud'Europa, il settimanale del Centro Studi Pio La Torre. Il maggior numero di immobili si trova in Sicilia, 4.476, e a Palermo risiede circa un quinto del totale delle confische italiane (2.121, 19%).
Tra le regioni davanti alla Sicilia, troviamo la Calabria, con 1509, la Campania con 1.418, seguita da Puglia (835) e Lombardia (769). Tra le grandi citta', dopo Palermo, al primo posto, al quinto e sesto posto tra i comuni con la maggior concentrazioni di immobili confiscati vi sono Roma (193) e Milano (184), il cui dato delle confische e' in continua crescita, mentre Napoli e' al decimo posto con 109. Anche nelle aziende il primato spetta alla Sicilia, dove si concentrano il 37,6 per cento delle confische. Seguono Campania (19,6), Lombardia (14,2), Calabria (8,2) e Lazio (8).
Con la destinazione a Brancaccio di un appartamento che diverra' centro aggregativo per i giovani, sale a 425 il numero di immobili sottratti ai boss negli ultimi dodici mesi e a 5.659 il totale di quelli affidati agli enti locali o alle associazioni. Il totale delle confische eseguite ai danni degli esponenti della criminalita' organizzata in Italia arriva invece a quota 11.363. I dati, aggiornati a maggio, sono stati diffusi dall'Agenzia dei beni sequestrati e confiscati e analizzati nel nuovo numero di ASud'Europa, il settimanale del Centro Studi Pio La Torre. Il maggior numero di immobili si trova in Sicilia, 4.476, e a Palermo risiede circa un quinto del totale delle confische italiane (2.121, 19%).
Tra le regioni davanti alla Sicilia, troviamo la Calabria, con 1509, la Campania con 1.418, seguita da Puglia (835) e Lombardia (769). Tra le grandi citta', dopo Palermo, al primo posto, al quinto e sesto posto tra i comuni con la maggior concentrazioni di immobili confiscati vi sono Roma (193) e Milano (184), il cui dato delle confische e' in continua crescita, mentre Napoli e' al decimo posto con 109. Anche nelle aziende il primato spetta alla Sicilia, dove si concentrano il 37,6 per cento delle confische. Seguono Campania (19,6), Lombardia (14,2), Calabria (8,2) e Lazio (8).
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