mercoledì 16 novembre 2011

Calogero Speziale, "l'Eni vuole imporre anche i metodi sindacali"

Fonte: Visionedioggi.it
Di Rosario Cauchi

Non si è ancora conclusa la vicenda che vede coinvolti tre ex lavoratori dell’azienda Cedis, esclusa dal petrolchimico gelese per un procedimento giudiziario subito dai suoi dirigenti, e costantemente in protesta per riottenere il rientro in fabbrica al pari dei colleghi.

Adesso, interviene anche il presidente della commissione regionale antimafia Calogero Speziale, che accusa l’amministratore delegato di Raffineria di Gela s.p.a. Bernardo Casa di voler
avere voce in capitolo anche sulle modalità delle proteste organizzate dai lavoratori.
Ieri pomeriggio, infatti, una lettera, firmata dallo stesso ingegnere Casa, è pervenuta alle sedi di tutte le sigle dei sindacati edili: impegnati, da quasi tre anni, nella trattativa per consentire ai tre lavoratori ex Cedis di ritornare a lavorare.

Nella missiva, inviata anche alla procura della repubblica di Gela, si accusano i sindacalisti di aver bloccato, lo scorso 7 novembre, il cambio turno dei lavoratori Eni minacciandoli.
Il blocco dei cancelli, con i tre lavoratori ex Cedis incatenati davanti ai tornelli, si protrasse anche nel corso della notte.
Stando all’amministratore delegato del gruppo, sia gli operai impegnati nel picchetto che i sindacalisti presenti avrebbero minacciato gli altri lavoratori non consentendogli l’accesso in fabbrica.

“Questo ammonimento – dice il deputato regionale Calogero Speziale – ha del sorprendente. Non mi era mai capitato di assistere a cose simili nella mia intera carriera, di lavoratore e di politico. L’ingegnere Casa pretende di giocare due parti in commedia: quella di amministratore delegato di un importante gruppo economico e quella di dirigente sindacale”.

Anche i sindacalisti richiamati dal dirigente della raffineria gelese hanno accolto con molta sorpresa l’intervento del massimo esponente locale del gruppo Eni: escludendo, categoricamente, la fondatezza della ricostruzione fornita dall’ingegnere.
Mai, infatti, nella lunga storia dei rapporti sindacali con la multinazionale, si era arrivati a tanto.

“Per giunta – aggiunge ancora l’esponente del Partito Democratico – la raffineria, tramite i propri dirigenti, attacca i sindacalisti e la loro attività di sostegno ai lavoratori in difficoltà ma, allo stesso tempo, non si presenta in prefettura per partecipare al tavolo aperto dal prefetto Umberto Guidato e necessario per risolvere la vertenza di tre operai che chiedono solo di rientrare in fabbrica come gli spetterebbe”.
I sindacati gelesi non escludono l’avvio di un’azione giudiziaria nei confronti dei vertici di Raffineria di Gela s.p.a.

Nessun commento:

Posta un commento