lunedì 24 gennaio 2011

"Istituire il reato di caporalato": la proposta lanciata dalla Cgil


Fonte: Siciliainformazioni.com
Di Rosario Cauchi

L’azione quotidianamente condotta, all’interno dei cantieri edili o dei campi agricoli, dai caporali potrebbe presto trasformarsi in un reato penale.
Questo è l’auspicio dei vertici della Cgil, che hanno avviato una pressante campagna informativa tesa ad indurre il parlamento italiano all’approvazione di una specifica legge in materia.
“Il caporalato-afferma il segretario generale del sindacato Susanna Camusso-non si distingue dalla tratta di essere umani e, come tale, deve essere sanzionato”.
La proposta, partita da molti sindacalisti della Fillea e della Flai, che si occupano di tutelare i lavoratori edili ed agricoli, è stata adesso abbracciata dall’intera Cgil.
“Il fenomeno del caporalato-ammettono diversi esponenti dei due settori interessati-è sempre più diffuso soprattutto nelle regioni meridionali e per questo motivo non si può attendere invano una reazione istituzionale”.
“L’attuale normativa-commenta ancora Susanna Camusso-è assolutamente intollerabile, il cosiddetto caporale, infatti, qualora scoperto, rischia una semplice sanzione amministrativa che non supera i 50 euro, così come stabilito dal decreto legislativo n.251 del 2004”.
Stando al sindacato, infatti, la costante stagnazione economica che colpisce, da alcuni anni, sia il settore agricolo che quello edile ha indotto diversi imprenditori a risparmiare sui costi, con in testa quelli per la manodopera.
“In molti-dichiara la Camusso-si affidano ad intermediari senza scrupoli in grado di procrastinare uomini e donne che, per pochi euro, accettano di sostenere lunghe giornate di lavoro, senza alcuna tutela contrattuale o previdenziale”.
Stando ai dati forniti dal sindacato, molte imprese, allo scopo di poter ottenere maggiori commesse, si dichiarano disponibili ad operare anche con ribassi superiori al 50%.
“E’ chiaro-ammettono i vertici di Fillea e Flai siciliana-che a rimetterci sono i lavoratori, agricoli ed edili, costretti, dopo essere stati contattati da intermediari senza alcun titolo, ad accettare imposizioni che sono assolutamente contrarie alle norme”.
La soluzione alla piaga, secondo i massimi esponenti del sindacato, è soltanto una: passare da un sistema imperniato su semplici sanzioni amministrative ad uno che, invece, generi severe condanne penali.

sabato 22 gennaio 2011

Cgil: 1,2 miliardi ore Cig 2010, -4,6 miliardi in busta paga

 Fonte: Ansa.it

Una perdita di 4,6 miliardi di euro in busta paga, circa 8.000 euro per ogni lavoratore: è questo, secondo le elaborazioni dell'Osservatorio Cig della Cgil su dati Inps, l'effetto nel 2010 dell'utilizzo della cassa integrazione che ha registrato in totale 1,2 miliardi di ore autorizzate, con più di un quarto delle quali in deroga, coinvolgendo circa 580mila lavoratori.

Il rapporto chiude il 2010 tracciandone quindi un bilancio. In termini di ricorso alla cassa integrazione l'anno passato fa registrare, secondo il segretario confederale della Cgil Vincenzo Scudiere, "il risultato peggiore di sempre, andando oltre il punto più basso della crisi produttiva toccato nel corso del 2009, e che va letto in parallelo al tonfo degli ordinativi nell'industria registrato dall'Istat". Da gennaio dello scorso anno a dicembre, nell'arco quindi dei 12 mesi, l'aumento complessivo delle ore di Cig è stato del +31,7% sul 2009 per un totale di 1.203.638.249 ore di cassa autorizzate. Il numero di lavoratori in cassa integrazione delinea, inoltre un'ampia area di "forzata inattività produttiva" che può essere calcolata all'interno della platea dei disoccupati. Sommando quindi i cassintegrati insieme agli 'scoraggiati' l'indice di disoccupazione complessivo oscilla tra il 10,7% (prendendo come riferimento il tiraggio presunto di Cig, ovvero 409.283 lavoratori) e l'11,4% (alla luce dei 580mila in cig a zero ore). Per quanto riguarda la platea di scoraggiati il rapporto di Corso d'Italia ricorda che lo scorso anno 114.562 persone hanno rinunciato ad iscriversi alle liste di collocamento. "Il debole segnale di ripresa - dice Scudiere - sta tutto in queste cifre: senza un autorevole intervento del governo sulla politica fiscale, a vantaggio dei redditi medio bassi, e scelte politiche per la ripresa industriale, il paese non uscirà dalla attuale situazione, dove ormai sta, prepotentemente, aumentando la componente strutturale della crisi".
Il rapporto Cgil denuncia "una situazione economica e sociale sempre più insostenibile per milioni di lavoratori" che ricevono coperture economiche "inconsistenti e irrisorie mentre molti continuano invece a restare senza sostegni". L'analisi calcola come, nel corso del 2010, i lavoratori parzialmente tutelati dalla cig hanno perso nel loro reddito 4.615.489.747 euro netti, mentre ogni singolo lavoratore, che è stato a zero ore in tutto questo periodo, ha avuto una perdita economica certa, anche al netto del consumo effettivo delle ore di cig autorizzate, di 8.007 euro netti.
Nel dettaglio la cassa integrazione ordinaria (cigo) ha segnato nel corso dello scorso anno una battuta d'arresto rispetto al 2009, totalizzando 341.810.245 ore con un calo del -40,7% sull'anno precedente. La cassa integrazione straordinaria (cigs) nell'intero periodo tra gennaio e dicembre 2010 ha registrato un consistente aumento sul 2009 pari a un +126,4% per un volume di 488.790.424 ore di cigs. Infine, per quanto riguarda la cassa integrazione in deroga (cigd) il 2010 si contraddistingue come l'anno record con 373.037.580 ore autorizzate, con un incremento del +206,5% sull'anno precedente, coinvolgendo circa 180mila lavoratori. Proprio per quest'ultima si pone ora il problema del rifinanziamento.

giovedì 20 gennaio 2011

La Cgil: "in Italia 400 mila vittime del caporalato"

Fonte: Siciliainformazioni.com
Di Rosario Cauchi

La Cgil nazionale, attraverso la Flai che si occupa della tutela dei lavoratori impegnati in agricoltura, ha reso noti alcuni dati che riguardano l’attuale stato di sfruttamento di migliaia di persone, quotidianamente presenti nei campi e non solo.
Sarebbero almeno 400 mila i forzati del lavoro in Italia per un profitto, assicurato a chi si serve di questa manodopera, di almeno 10 miliardi di euro.
Un business enorme che, come confermato da Ignazio Giudice, componente della segreteria regionale della Fillea-Cgil, non risparmierebbe neanche la Sicilia.
“Stando alle nostre analisi-ammette Giudice-il fenomeno del caporalato e, più in generale, dello sfruttamento dei lavoratori, si è fortemente radicato sull’isola, con una forte incidenza, per quello che mi riguarda, anche nel territorio della provincia di Caltanissetta”.
Nel comprensorio nisseno, secondo il sindacalista, a rischio non ci sarebbero solo i campi, giornalmente solcati da uomini e donne disponibili a lavorare per trenta euro, ma anche i cantieri edili.
“Proprio in provincia di Caltanissetta-continua Ignazio Giudice-nonostante una stagnazione economica che non ha pari sull’isola, è possibile notare una delle percentuali in assoluto più elevate di imprese edili attive, destinate, in alcuni casi, a sparire solo dopo qualche mese”.
Non si tratterebbe, però, di un’anomalia, tutt’altro: per il sindacalista, infatti, quest’esplosione di piccole e medie imprese si spiegherebbe con la volontà dei molti titolari di limitare al massimo i costi, soprattutto sul piano degli operai impiegati, servendosi di vorticosi cambi di denominazione sociale.
Entità economiche, dunque, che nascerebbero, per poi morire, entro lassi di tempo fin troppo sospetti: contratti inesistenti oppure ridotti al minimo indispensabile a fronte di orari di lavoro che superano i limiti imposti dalla normativa.
“Nell’area della provincia nissena-dice Ignazio Giudice-lo sfruttamento denunciato dalla Flai riguarda certamente il settore agricolo piuttosto che quello edile; al centro della nostra attenzione, comunque, ci sono soprattutto i tanti lavoratori migranti arrivati in Sicilia con l’intenzione di guadagnare somme adeguate al loro impegno e costretti, invece, a stazionare alle prime luci dell’alba davanti ai bar oppure alle pompe di benzina pur di ottenere un mesto ingaggio, in edilizia o in agricoltura”.
Il componente della segreteria regionale della Fillea-Cgil, a tal proposito, annuncia un incontro nazionale per il 25 gennaio, voluto dal sindacato allo scopo di poter meglio approfondire una realtà sempre più difficile da fronteggiare, soprattutto a causa della carenza di controlli e dell’inesistenza di veri processi di prevenzione.

Crisi: Cgil, tassa 5% a top manager

Fonte: Ansa.it

Un fondo di solidarieta' da 8,4 miliardi, per finanziare un piano triennale di occupazione per circa 300mila giovani. E' la proposta lanciata dalla Fisac Cgil (bancari e assicurativi), presentata dal segretario Agostino Megale. Si basa su 'un contributo del 5% sui redditi oltre i 150mila euro', quindi su ''alti dirigenti, top-manager e banchieri' che garantirebbe 1,4 miliardi l'anno. E su 'un intervento del Governo di pari misura' dalla fiscalita' generale e dalla lotta all'evasione.

mercoledì 19 gennaio 2011

Caporalato, giro d'affari da 10 miliardi. Soltanto in agricoltura sono 400 mila i lavoratori-schiavi

Fonte: Ansa.it

"Le braccia coinvolte nel caporalato sono circa 800 mila, ovvero 400 mila persone, 400 mila addetti solo nell'agricoltura". Lo dice la segretaria generale della Flai-Cgil Stefania Crogi. La Flai, insieme alla Fillea e alla Cgil presenteranno il prossimo 24 gennaio a Roma una proposta di legge per fare del caporalato un reato penale.
"A questi 400 mila - continua Crogi - si deve sommare tutta quella platea di lavoratori extra-comunitari dei quali si perdono anche le tracce che non risultano in regola con il permesso di soggiorno anche perche’ non hanno un lavoro regolare e sono nella situazione di clandestinita’ per cui sono anche difficilmente numericamente da considerare e quindi viene fuori un volume d’affari portentoso. Questo, ovviamente, si lega a tutto il discorso del sommerso in agricoltura e si lega alle difficolta’ che derivano dalla Legge Bossi-Fini. Chi oggi volesse denunciare il caporale, parlo di un lavoratore extracomunitario si ritrova con un foglio di rimpatrio perche’ ovviamente non ha il permesso di soggiorno in quanto non ha un lavoro regolare".

"E’ difficile fare una stima del giro d'affari - continua Walter Schavella, segretari o generale della Fillea Cgil - perche’ questo e’ un fenomeno sommerso che attiene a quell’economia che classifichiamo come economia illegale. La nostra stima, che parte dalla valutazione di una quota di lavoro illegale in edilizia che e’ pari, come minimo a un terzo, ci fa dire che dei circa 30 mld di valore prodotti dall’economia illegale, ebbene un terzo puo’ essere legato a questi fenomeni, quindi parliamo di diversi miliardi. Dai calcoli che abbiamo effettuato, la quota di evasione fiscale e contributiva da lavoro nero e grigio, sui dati occupazionali del 2009, e’ pari a una cifra di circa 10 miliardi di euro".

martedì 18 gennaio 2011

Gela, lavoro: nove operai dell'azienda Sicilsaldo sul piede di guerra

 Fonte: Siciliainformazioni.com
 Di Rosario Cauchi

Un picchetto spontaneo innanzi ai cancelli della società di metalmeccanica e costruzioni gelese “Sicilsaldo srl” è stato organizzato da nove lavoratori licenziati dall’impresa.

“Non riusciamo a capire - dice Sergio Fichera uno degli operai destinatari del provvedimento - perché l’azienda ci abbia chiuso la porta in faccia nonostante una sentenza del Tribunale di Gela ci riconosca il diritto al reintegro nel posto di lavoro”.
La

vicenda dei nove dipendenti, infatti, si protrae da tempo, al punto da aver raggiunto le aule di tribunale.

“Tutte le decisioni giudiziarie - continua Fichera - ci hanno sempre dato ragione ma i vertici dell’azienda, proprio oggi, ci hanno comunicato che, al momento, dopo essere stati riassunti siamo nuovamente stati licenziati”.

I dirigenti della “Sicilsaldo srl”, che preferiscono non rilasciare dichiarazioni, hanno comunque offerto agli operai interessati dai licenziamenti la possibilità di alcuni periodi di lavoro in Algeria, nazione nella quale l’azienda conduce diversi lavori.

“Ma come dovremmo fare a trasferirci in maniera repentina -  ammette Fichera - senza avere alcuna certezza e a condizioni, anche economiche, che non ci consentirebbero di poter mantenere le nostre famiglie?”.

“La vertenza Sicilsaldo - dice Orazio Gauci segretario provinciale della Fiom Cgil - non è semplice da risolvere, soprattutto a causa di rapporti ormai difficili da rinsaldare fra lavoratori e società, i dirigenti hanno, infatti, deciso di chiudere un settore di attività, quello della costruzioni di impianti, e a pagarne le spese sono stati nove lavoratori con contratti a tempo indeterminato, con famiglie e mutui a carico”.

Non appare, dunque, immediata la conclusione di questo aspro confronto fra operai licenziati, che adesso temono anche di perdere la salvaguardia retributiva assicurata dalla mobilità, e vertici aziendali.

“Ci troviamo di fronte ad un vero calvario - conclude Sergio Fichera - siamo troppo giovani per avviare le pratiche per la pensione e troppo vecchi per richiedere ad altre aziende un posto di lavoro”.
Intanto, i manifestanti hanno deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine per ottenere l’accesso agli impianti.

Crisi: Uil, ore cig, +428% su 2008


Fonte: Ansa.it 

Nel 2010, nonostante un decremento delle ore richieste dalle aziende, il totale delle ore di cig autorizzate ''e' ancora molto significativo ed e' impressionante il raffronto con l'ultimo anno 'normale' (pre-crisi), il 2008, rispetto al quale l'incremento e' del 428,7%''. Lo rileva un rapporto sulla cassa integrazione elaborato dal dipartimento politiche del lavoro della Uil.

domenica 16 gennaio 2011

Fiat: Camusso, forse ricorso ai giudici

Fonte: Ansa.it

'Valuteremo se ricorrere alla magistratura' ma questo 'non basta'.Lo afferma il segretario generale Cgil, Susanna Camusso, ospite di 'In mezz'ora', all'indomani dell'esito del referendum a Mirafiori, aggiungendo che 'una clausola che impedisce a un lavoratore di partecipare a uno sciopero e' un tema che sicuramente arriva sino alla Corte Costituzionale'.La Camusso si e' detta stupita dal 46% di no 'perche' era un voto condizionato'.Per il leader Cgil anche Confindustria ha delle responsabilita'.

mercoledì 12 gennaio 2011

Incidenti lavoro: 1.080 morti nel 2010

Fonte: Ansa.it

Mille e ottanta i morti sul lavoro nel 2010, piu' di tre decessi al giorno. Il dato, fornito dall'Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro di Bologna, e' in aumento rispetto al duemilanove quando, secondo l'Inail, le morti bianche erano state mille e cinquanta. A difondere i numeri di quella che definisce 'una guerra nascosta' e' il sito del Partito democratico. E proprio oggi, altri tre lavoratori hanno perso la vita in altrettanti incidenti, a Napoli, Capri e nel Salento.

lunedì 10 gennaio 2011

La Cgil: "operaio licenziato dopo denunce su sicurezza"


Fonte: Siciliainformazioni.com

La Cgil di Catania "impugnerà il licenziamento di Daniele Castro, anche se il suo era un contratto a termine". Secondo il sindacato c'é il sospetto che la ditta Ricciardello che opera per conto dell'Anas per la ricostruzione del ponte sul Simeto non gli abbia rinnovato il contratto per "la sua denuncia sulla sicurezza del cantiere". La Cgil e la Fillea chiamano in causa le istituzioni "non certo per ottenere generiche dichiarazioni di solidarietà, ma per fare la loro parte". "Avevo segnalato all'azienda che le condizioni di sicurezza all'interno del cantiere non erano affatto convincenti e ci fu un episodio importante - ha detto Castro durante un incontro alla Cgil - ossia il ribaltamento di un'autobetoniera. Non è una cosa che dovrebbe succedere e potrebbe rivelarsi molto pericolosa per la vita stessa degli operai. Ma l'azienda ha sempre negato che qualcosa non andasse. Poi mi sono rivolto all'Ispettorato che, guarda caso, ha ritenuto di fermare tutto per una ventina di giorni. Dunque, non sono pazzo". Un altro episodio allarmante si sarebbe verificato il 27 dicembre, con il ribaltamento di una trivella. Il segretario confederale della Cgil, Giacomo Rota, chiede " all'Anas, ente appaltante, all'Asp, all'Ispettorato del lavoro e alla Prefettura di fare la loro parte in maniera concreta". "Ci piacerebbe che in questo Paese - osserva il sindacalista - la smettessimo di dispiacerci dei morti sul lavoro una volta avvenuti gli incidenti. E' più serio preoccuparsi prima, come ha già fatto Castro e come stiamo facendo noi oggi". Durante l'incontro la Cgil ha espresso solidarietà alle famiglie delle vittime dell'esplosione avvenuta a Santa Venerina. Sul luogo della tragedia si sono recati esponenti della Camera del lavoro.

sabato 8 gennaio 2011

Cgil: in cinque anni rischio 250 mila sfratti


Fonte: Ansa.it

Peggiora la condizione abitativa del Paese. La crisi 'sta ulteriormente aggravando la gia' difficile condizione abitativa delle famiglie', tanto che nei prossimi 5 anni potrebbero essere eseguibili 300.000 sfratti di cui ben 250.000 per morosita'. L'allarme nei dati elaborati dalla Cgil, alla luce del fatto che nel Milleproroghe non e' stata inserita la proroga di sospensione degli sfratti per le fasce deboli della popolazione, rendendoli di fatto eseguibili.

venerdì 7 gennaio 2011

Disoccupazione al top dal 2004

Fonte: Ansa.it

Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a novembre è salito al 28,9%, il livello più elevato dal gennaio del 2004, ovvero dall'inizio delle serie storiche mensili. Lo comunica l'Istat in base a dati destagionalizzati e a stime provvisorie. Il tasso di disoccupazione giovanile ha quindi segnato un aumento di 0,9 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,4 punti percentuali rispetto a novembre 2009.
  
DISOCCUPAZIONE NOVEMBRE 8,7%,TOP DA 2004 - Il tasso di disoccupazione a novembre rimane sostanzialmente stabile all'8,7%, lo stesso livello registrato a ottobre, anche se fuori dagli arrotondamenti si nota un lievissimo calo (dall'8,729% all'8,678%). Lo comunica l'Istat in base a dati destagionalizzati e a stime provvisorie. Il tasso all'8,7% è il più alto dall'inizio delle serie storiche mensili, ovvero dal gennaio del 2004. In confronto a novembre 2009 il tasso di disoccupazione registra un aumento di 0,4 punti percentuali, fa sapere sempre l'Istat. Più in particolare, il numero delle persone in cerca di occupazione risulta in diminuzione dello 0,4% (-9 mila unità) rispetto ad ottobre e in aumento del 5,3% rispetto a novembre 2009 (+110 mila unità). Inoltre la disoccupazione maschile risulta in diminuzione del 2,1% rispetto al mese precedente e in aumento del 5,5% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Il numero di donne disoccupate aumenta dell'1,5% rispetto a ottobre e del 5% rispetto a novembre 2009. Il tasso di disoccupazione maschile è pari al 7,8%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto a ottobre e in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto a novembre 2009. Il tasso di disoccupazione femminile è pari al 10%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,3 punti percentuali su base annua.

AUMENTO ANNUO OCCUPATI PER PRIMA VOLTA DA 2008 - Il numero di occupati a novembre 2010 mette a segno il primo, seppur modesto, aumento annuo dall'ottobre del 2008, registrando un +0,1%, equivalente a +14 mila unità. Lo fa sapere l'Istat, in base ai dati destagionalizzati.

A NOVEMBRE 2,175 MLN IN CERCA OCCUPAZIONE  - A novembre 2010 sono 2,175 milioni le persone in cerca di un'occupazione, in leggera discesa rispetto a ottobre (-0,4%) e in netto aumento su novembre 2009 (+5,3%).

TASSO DISOCCUPAZIONE DONNE RAGGIUNGE QUOTA 10% - Il tasso di disoccupazione femminile raggiunge la doppia cifra: a novembre 2010 è pari al 10% in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a ottobre (quando si era attestato al 9,9%) e di 0,3 punti percentuali rispetto a novembre 2009.

mercoledì 5 gennaio 2011

Lavoro: Camusso, risorse non bastano. Lettera aperta, finanziamento pro-occupazionale insufficiente

Fonte: Ansa.it

La Cgil lancia l'allarme sulle risorse necessarie per il fondo occupazione. Il segretario generale Camusso, in una lettera aperta ai ministri Tremonti e Sacconi, sottolinea che le risorse messe in campo per fronteggiare gli effetti della crisi non basteranno, che si corre un rischio fortissimo di terminarle nel primo semestre e che, nell'incertezza, molte imprese decidano che la soluzione sia lasciare definitivamente a casa le persone. 'Chiediamo - prosegue - una risposta pubblica e tempestiva'.

martedì 4 gennaio 2011

Inps, dati cassa integrazione dicembre. Nel 2010 imprese hanno chiesto 1,2 mld ore, +31,7% rispetto al 2009

Fonte: Ansa.it

A dicembre sono state autorizzate dall'Inps 86,5 mln di ore di cassa integrazione con un calo del 16,4% rispetto a dicembre 2009 e del 4,7% rispetto al mese precedente. Nel 2010 le imprese italiano hanno chiesto 1,2 mld di ore di cassa integrazione, con un aumento rispetto al 2009 del 31,7% (erano state 914 mln). Il consumo effettivo delle ore nel corso dell'anno e' stato pero' sostanzialmente identico a quello del 2009 poiche' il 'tiraggio' e' stato di circa il 50% a fronte di un 70% nel 2009.

domenica 2 gennaio 2011

Mutui: Ance, 9mila euro più di media europea

Fonte: Ansa.it

Mutui alle stelle per le famiglie italiane. Nel nostro paese, infatti, sottoscrivere un finanziamento per l'acquisto di una casa costa 9.000 euro in piu' rispetto all'Europa. E' come se le famiglie italiane dovessero pagare un anno di rate in piu'. E' quanto rileva l'Ance, sottolineando anche che il differenziale tra il costo dei mutui in Italia e in Europa costituisce un ostacolo alla ripresa del mercato immobiliare italiano.

I morti sul lavoro non fanno festa

Fonte: Rassegna.it
Di Marco Bazzoni

Il 2011 è arrivato, ieri tutta Italia a festeggiare per l'arrivo del nuovo anno, ma c'erano anche delle persone che non avevano nulla da festeggiare, e sono i familiari dei 1080 lavoratori, che nel 2010 hanno perso la vita perché sono morti sul lavoro. In attesa dei dati che ci fornirà l'Inail per l'anno 2010, notiamo che rispetto al 2009 quando ci sono stati 1050 morti sul lavoro, i morti sul lavoro nel 2010 sono in aumento, questo secondo i dati forniti dal blog Caduti sul Lavoro.
Dopo questa premessa, vorrei ricordare, che i dati Inail tengono conto solo degli infortuni denunciati, quindi sono dati che vanno presi come punto di riferimento, ma non come dati definitivi, perché non tengono conto anche di tutti i lavoratori che muoiono "in nero" o che denunciano l'infortunio come malattia per paura di ritorsioni da parte del datore di lavoro, perché hanno un lavoro precario e sono ricattabili.
Questi dati sono molto sottostimati.
Vorrei che ci ricordassimo di tutte queste persone che non ci sono più, spesso morte perché nelle aziende non si rispettavano neanche le minime norme di sicurezza sul lavoro. Ma non dobbiamo dimenticarci anche degli oltre 25 mila lavoratori che sono rimasti invalidi, e che difficilmente potranno essere ricollocati sul lavoro: c'è chi ha perso un piede, una gamba, un braccio, una mano, un occhio o è rimasto in carrozzina.
Qual è la soluzione perché si riducano drasticamente tutti questi infortuni e le morti sul lavoro? Di una cosa sono sicuro, non è di certo quella intrapresa dal Governo Berlusconi, che il 3 Agosto 2009, con il Dlgs 106/09, detto decreto correttivo al Testo Unico per la Sicurezza sul Lavoro (Dlgs 81/08), ha completamente stravolto il testo voluto dal Governo Prodi, dimezzando tra le tante cose, molte sanzioni a carico dei datori di lavoro, dirigenti, preposti, e sostituendo in alcuni casi il carcere con l'ammenda.
L'unico deterrente che temono i datori di lavoro sono le sanzioni, se vengono dimezzate, cosa resta?
I controlli forse? Ma se l'Asl hanno un personale ispettivo ridotto all'osso che è formato da circa 1850 tecnici della prevenzione (o ispettori Asl), che sono in continuo calo, perchè man mano che molti tecnici vanno in pensione, non ne vengono assunti altri.
Tanto è che se dovessero controllare tutte le aziende che ci sono in Italia, che sono circa 6 milioni: http://www.registroimprese.it/ , ogni azienda riceverebbe un controllo ogni 33 anni, quindi considerando la vita media di un'azienda, praticamente MAI.
Non è una soluzione neanche quella del Ministero del Lavoro, di fare una campagna per la sicurezza sul lavoro, con lo slogan "Sicurezza sul lavoro.La pretende chi si vuole bene", con degli spot che colpevolizzano i lavoratori, perchè sembra quasi perchè i lavoratori non vogliono bene a loro stessi e alle loro famiglie, ecco perche si infortunano sul lavoro, restano invalidi, si ammalano o peggio muoiono. Mentre dice poco o nulla sulle responsabilità dei datori di lavoro. Mi dispiace ma non ci siamo assolutamente. La prima cosa da fare sarebbe iniziare ad insegnare la sicurezza sul lavoro fin dalle scuole elementari come si fa in Francia, perché molte volte ho sentito parlare di mancanza di cultura della sicurezza sul lavoro, sia nei datori di lavoro, che nei lavoratori, ma se non la iniziamo ad insegnare fin da piccoli, come pretendiamo che ci sia la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro?
Perché, non dimentichiamolo, gli studenti di oggi saranno i lavoratori e gli imprenditori di domani....
Inoltre, andrebbero ripristinate e quindi aumentate le sanzioni a carico dei datori di lavoro, dirigenti e preposti, perché è impensabile che l'unico deterrente sia indebolito. I controlli devono aumentare, e questo lo dicono tutti, purtroppo solo a parole. Per far ciò bisogna che aumenti il personale ispettivo delle Asl, perché solo così si possono reprimere i comportamenti scorretti di molti datori di lavoro, che considerano la sicurezza sul lavoro come un optional per la loro azienda.
Sono stanco di sentire da più parti che non ci deve essere repressione verso le aziende per quanto riguarda la sicurezza su lavoro. Ma quando mai c'è stata tale repressione? Quando? Magari ci fosse stata, probabilmente non avremmo tutti questi infortuni e morti sul lavoro..... Invito a leggere la denuncia da me inviata sia alla Commissione Europea, che al Parlamento Europeo. Dopo 13 mesi da quando ho fatto la denuncia sulle difformità di alcuni articoli del Dlgs 106/09, rispetto alla Direttive Europee sulla sicurezza sul lavoro, il 30 Novembre mi è arrivata (finalmente) la risposta del Capo dell'Unità Salute, sicurezza e igiene sul luogo di lavoro, della Commissione Europea Occupazione, Affari Sociali, Pari Opportunità, che mi ha comunicato, che a Gennaio 2011 verrà proposto all'Esecutivo della Commissione Europea, l'apertura una procedura d'infrazione contro l'Italia, per la mancata conformità delle misure di recepimento italiane in relazione a certe disposizioni della direttiva europea 89/391/CEE sulla sicurezza sul lavoro, tra cui deresponsabilizzazione del datore di lavoro (articolo 5 direttiva), posticipazione dell'obbligo di valutazione del rischio di stress legato al lavoro (articolo 6, paragrafo 3, punto a), proroga dei termini impartiti per la redazione del documento di valutazione dei rischi per una nuova impresa o per modifiche sostanziali apportate ad un impresa esistente (articolo 9, paragrafo 1, punto a).

* Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la Sicurezza-Firenze.