giovedì 20 gennaio 2011

La Cgil: "in Italia 400 mila vittime del caporalato"

Fonte: Siciliainformazioni.com
Di Rosario Cauchi

La Cgil nazionale, attraverso la Flai che si occupa della tutela dei lavoratori impegnati in agricoltura, ha reso noti alcuni dati che riguardano l’attuale stato di sfruttamento di migliaia di persone, quotidianamente presenti nei campi e non solo.
Sarebbero almeno 400 mila i forzati del lavoro in Italia per un profitto, assicurato a chi si serve di questa manodopera, di almeno 10 miliardi di euro.
Un business enorme che, come confermato da Ignazio Giudice, componente della segreteria regionale della Fillea-Cgil, non risparmierebbe neanche la Sicilia.
“Stando alle nostre analisi-ammette Giudice-il fenomeno del caporalato e, più in generale, dello sfruttamento dei lavoratori, si è fortemente radicato sull’isola, con una forte incidenza, per quello che mi riguarda, anche nel territorio della provincia di Caltanissetta”.
Nel comprensorio nisseno, secondo il sindacalista, a rischio non ci sarebbero solo i campi, giornalmente solcati da uomini e donne disponibili a lavorare per trenta euro, ma anche i cantieri edili.
“Proprio in provincia di Caltanissetta-continua Ignazio Giudice-nonostante una stagnazione economica che non ha pari sull’isola, è possibile notare una delle percentuali in assoluto più elevate di imprese edili attive, destinate, in alcuni casi, a sparire solo dopo qualche mese”.
Non si tratterebbe, però, di un’anomalia, tutt’altro: per il sindacalista, infatti, quest’esplosione di piccole e medie imprese si spiegherebbe con la volontà dei molti titolari di limitare al massimo i costi, soprattutto sul piano degli operai impiegati, servendosi di vorticosi cambi di denominazione sociale.
Entità economiche, dunque, che nascerebbero, per poi morire, entro lassi di tempo fin troppo sospetti: contratti inesistenti oppure ridotti al minimo indispensabile a fronte di orari di lavoro che superano i limiti imposti dalla normativa.
“Nell’area della provincia nissena-dice Ignazio Giudice-lo sfruttamento denunciato dalla Flai riguarda certamente il settore agricolo piuttosto che quello edile; al centro della nostra attenzione, comunque, ci sono soprattutto i tanti lavoratori migranti arrivati in Sicilia con l’intenzione di guadagnare somme adeguate al loro impegno e costretti, invece, a stazionare alle prime luci dell’alba davanti ai bar oppure alle pompe di benzina pur di ottenere un mesto ingaggio, in edilizia o in agricoltura”.
Il componente della segreteria regionale della Fillea-Cgil, a tal proposito, annuncia un incontro nazionale per il 25 gennaio, voluto dal sindacato allo scopo di poter meglio approfondire una realtà sempre più difficile da fronteggiare, soprattutto a causa della carenza di controlli e dell’inesistenza di veri processi di prevenzione.

Nessun commento:

Posta un commento