Fonte: Ansa.it
Stop agli appalti per tre anni per gli imprenditori che, per ottenere appalti di pulizie sui treni, hanno pagato il pizzo alla 'ndrangheta senza denunciare le malversazioni all'Autorita' giudiziaria. Lo ha deciso l'Autorita' di vigilanza sui contratti pubblici. La misura e' stata introdotta con il ''pacchetto sicurezza'' del luglio 2009 e questa e' la prima applicazione. L'Authority ha inserito i nominativi nel proprio casellario dopo la segnalazione ricevuta dalla Dda di Reggio Calabria.
"Ho compiuto una scelta. Da sindacalista ed attuale componente della segreteria regionale siciliana della Fillea-Cgil, ho scelto di lottare a difesa dei diritti fondamentali dei lavoratori e di oppormi ad ogni forma di protervia criminale all'interno dei cantieri" (Ignazio Giudice)
mercoledì 30 marzo 2011
domenica 27 marzo 2011
Cgil propone tassa su ricchi, vale 18 miliardi
Fonte: Ansa.it
Introdurre una tassa ordinaria sulle grandi ricchezze, in media dell'1% a carico delle famiglie con una ricchezza oltre gli 800mila euro, potrebbe generare un gettito di circa 18 miliardi l'anno. Lo propone la Cgil, spiegando che una imposta di questo tipo, ''ispirata al modello francese'', colpirebbe ''solo il 5% piu' ricco e ricchissimo della popolazione italiana e non toccherebbe nessun altro ceto e reddito''.
Introdurre una tassa ordinaria sulle grandi ricchezze, in media dell'1% a carico delle famiglie con una ricchezza oltre gli 800mila euro, potrebbe generare un gettito di circa 18 miliardi l'anno. Lo propone la Cgil, spiegando che una imposta di questo tipo, ''ispirata al modello francese'', colpirebbe ''solo il 5% piu' ricco e ricchissimo della popolazione italiana e non toccherebbe nessun altro ceto e reddito''.
lunedì 21 marzo 2011
RiVoltare la storia. Dal Maghreb al Medio Oriente: Pane, Dignità e Rabbia
africani e medio orientali hanno deciso di mettere fine a
sistemi di potere che per decenni hanno avuto quale unico
punto di convergenza l'acquisizione di immensi capitali a
scapito della dignità e dell'esigenza di pane di uomini e
donne senza un destino.....e, ora, il conflitto libico.
"Liber Mundo", Arci "Le Nuvole" e la cooperativa "L'Araba Fenice" hanno deciso di offrire un pubblico dibattito intorno al tentativo di creare, in Maghreb e Medio Oriente, una nuova storia.
Diceva Albert Camus,"la verità come la luce acceca. La menzogna, invece, è un bel crepuscolo, che mette in valore tutti gli oggetti"
Ne discuteranno, venerdì 25 marzo, dalle ore 18:30, presso la libreria L'Araba Fenice di via Rossini n.49 :
Antonio Mazzeo (giornalista)
Paola Ottaviano (avvocato)
Messaoud Kabachi (lavoratore algerino)
Ghizlane Taissire (lavoratrice marocchina)
Chiunque, potrà intervenire nel corso del pubblico
dibattito
domenica 20 marzo 2011
Vincenzo Campo, segretario nazionale Fillea Cgil: "l'edilizia in Sicilia non arretra ma manca un vero sviluppo"
Fonte: Siciliainformazioni.com
Di Rosario Cauchi
Il settore edile, in Sicilia, costituisce una fondamentale dimensione economica: la crisi generale non lo ha di certo risparmiato, ma l'intera struttura sembra reggere.
“Il vero problema di questo comparto – dice Vincenzo Campo segretario nazionale della Fillea Cgil – concerne la sua incapacità nel produrre uno strutturale sviluppo”.
Secondo il sindacalista, infatti, pur in presenza di importanti imprese che competono sul mercato nazionale,
l'isola non riesce a trarne un vero beneficio.
“Troppo spesso – continua – ci troviamo ad affrontare contesti veramente preoccupanti, con lavoratori pagati meno di quello che viene indicato in busta paga o, addirittura, costretti a versare di propria tasca i necessari contributi previdenziali”.
Stando al sindacato, l'uscita dai parametri di ciò che prescrivono le norme nazionali si lega a scarsi controlli, resi ancor più sporadici dall'esiguo numero di ispettori del lavoro in forza alle aziende sanitarie territoriali.
“L'assenza di vere e capillari ispezioni – ammette Vincenzo Campo – non ci lascia per nulla tranquilli, sembra, però, che l'argomento non interessi le istituzioni preposte, tutt'altro”.
Purtroppo, soprattutto negli ultimi decenni, il boom delle costruzioni ha contribuito ad attrarre le attenzioni di una criminalità organizzata, sempre più economica e sempre meno militare.
“L'edilizia – spiega l'esponete sindacale – è spesso sotto controllo, mi riferisco ad una tutela occulta assicurata da imprenditori vicini alle cosche mafiose o, in molti casi, alle imposizioni che gli operatori del settore si trovano a dover fronteggiare”.
Un simile sistema, infatti, avrebbe già da anni superato i confini siciliani per espandersi anche al nord: le estorsioni, secondo Campo, non hanno più una connotazione territoriale, ponendosi quale “tassa” obbligatoria anche all'interno di territori, in apparenza, estranei al fenomeno.
Ma il principale interesse del sindacato rimane quello della difesa dei lavoratori edili.
“Il sistema di garanzia – dichiara il sindacalista – deve essere migliorato; se, come accaduto anche in passato, i lavoratori denunciano irregolarità gestionali o, ancor peggio, la presenza criminale all'interno dei cantieri, il sequestro disposto dalla magistratura non dovrà gravare sugli stessi operai, per questa ragione presenteremo una proposta di legge nazionale che, coinvolgendo giudici, prefetti e Inps, tuteli l'occupazione dei denuncianti”.
La disciplina, che verrà resa nota fra qualche mese, è diretta conseguenza del lavoro condotto dall'ex procuratore della Direzione Nazionale Antimafia Pier Luigi Vigna.
Ma l'attenzione della Fillea non trascura neanche la gestione dei patrimoni, soprattutto immobiliari, sequestrati o confiscati alle organizzazioni criminali.
“Abbiamo scelto – conclude Vincenzo Campo – di aderire, anche in Sicilia, all'osservatorio nazionale sui beni sequestrati o confiscati alle mafie avviato dal sindacato, lo riteniamo uno strumento necessario al fine di tutelare beni che dovranno immettersi sulla strada dell'uso comune”.
Di Rosario Cauchi
Il settore edile, in Sicilia, costituisce una fondamentale dimensione economica: la crisi generale non lo ha di certo risparmiato, ma l'intera struttura sembra reggere.
“Il vero problema di questo comparto – dice Vincenzo Campo segretario nazionale della Fillea Cgil – concerne la sua incapacità nel produrre uno strutturale sviluppo”.
Secondo il sindacalista, infatti, pur in presenza di importanti imprese che competono sul mercato nazionale,
l'isola non riesce a trarne un vero beneficio.
“Troppo spesso – continua – ci troviamo ad affrontare contesti veramente preoccupanti, con lavoratori pagati meno di quello che viene indicato in busta paga o, addirittura, costretti a versare di propria tasca i necessari contributi previdenziali”.
Stando al sindacato, l'uscita dai parametri di ciò che prescrivono le norme nazionali si lega a scarsi controlli, resi ancor più sporadici dall'esiguo numero di ispettori del lavoro in forza alle aziende sanitarie territoriali.
“L'assenza di vere e capillari ispezioni – ammette Vincenzo Campo – non ci lascia per nulla tranquilli, sembra, però, che l'argomento non interessi le istituzioni preposte, tutt'altro”.
Purtroppo, soprattutto negli ultimi decenni, il boom delle costruzioni ha contribuito ad attrarre le attenzioni di una criminalità organizzata, sempre più economica e sempre meno militare.
“L'edilizia – spiega l'esponete sindacale – è spesso sotto controllo, mi riferisco ad una tutela occulta assicurata da imprenditori vicini alle cosche mafiose o, in molti casi, alle imposizioni che gli operatori del settore si trovano a dover fronteggiare”.
Un simile sistema, infatti, avrebbe già da anni superato i confini siciliani per espandersi anche al nord: le estorsioni, secondo Campo, non hanno più una connotazione territoriale, ponendosi quale “tassa” obbligatoria anche all'interno di territori, in apparenza, estranei al fenomeno.
Ma il principale interesse del sindacato rimane quello della difesa dei lavoratori edili.
“Il sistema di garanzia – dichiara il sindacalista – deve essere migliorato; se, come accaduto anche in passato, i lavoratori denunciano irregolarità gestionali o, ancor peggio, la presenza criminale all'interno dei cantieri, il sequestro disposto dalla magistratura non dovrà gravare sugli stessi operai, per questa ragione presenteremo una proposta di legge nazionale che, coinvolgendo giudici, prefetti e Inps, tuteli l'occupazione dei denuncianti”.
La disciplina, che verrà resa nota fra qualche mese, è diretta conseguenza del lavoro condotto dall'ex procuratore della Direzione Nazionale Antimafia Pier Luigi Vigna.
Ma l'attenzione della Fillea non trascura neanche la gestione dei patrimoni, soprattutto immobiliari, sequestrati o confiscati alle organizzazioni criminali.
“Abbiamo scelto – conclude Vincenzo Campo – di aderire, anche in Sicilia, all'osservatorio nazionale sui beni sequestrati o confiscati alle mafie avviato dal sindacato, lo riteniamo uno strumento necessario al fine di tutelare beni che dovranno immettersi sulla strada dell'uso comune”.
giovedì 17 marzo 2011
Crisi: Cgil, 400 mila lavoratori in cassa integrazione
Fonte: Ansa.it
Riparte la cassa integrazione: sono 400 mila i lavoratori coinvolti, con oltre 123 mila persone in cig in deroga, che nei soli primi due mesi dell'anno hanno gia' perso poco piu' di 500 milioni di euro, pari a 1.258 euro netti in meno in busta paga. Emerge dalle elaborazioni dei dati Inps da parte della Cgil: dopo un primo ''flebile'' calo a gennaio, la cig - ricorda il sindacato - ha ripreso a crescere a febbraio con un aumento congiunturale del 17,2%, per un monte ore di oltre 70,6 milioni.
Riparte la cassa integrazione: sono 400 mila i lavoratori coinvolti, con oltre 123 mila persone in cig in deroga, che nei soli primi due mesi dell'anno hanno gia' perso poco piu' di 500 milioni di euro, pari a 1.258 euro netti in meno in busta paga. Emerge dalle elaborazioni dei dati Inps da parte della Cgil: dopo un primo ''flebile'' calo a gennaio, la cig - ricorda il sindacato - ha ripreso a crescere a febbraio con un aumento congiunturale del 17,2%, per un monte ore di oltre 70,6 milioni.
martedì 15 marzo 2011
Presentazione "L'Isola civile. Le aziende siciliane contro la mafia" di Serena Uccello e Nino Amadore
Presentazione del libro "L'isola civile. Le aziende siciliane contro la mafia" di Serena Uccello e Nino Amadore. Gela, sabato 19 marzo, ore 9:30, scuola media "Ettore Romagnoli"
Interverranno:
Nino Amadore - Giornalista "Il Sole 24 ore"
...
Ignazio Giudice - Componente segreteria regionale siciliana Fillea Cgil
Mariella Maggio - Segretario Generale CGIL SICILIA
Vincenzo Campo - Segretario nazionale FILLEA CGIL
Giovanbattista Tona - Giudice indagini preliminari tribunale Caltanissetta.
“L’isola civile. Le aziende siciliane contro la mafia” di Serena Uccelo e Nino Amadore, raccolgie il risultato di due anni di lavoro e racconta “le ragioni storiche ed economiche della ribellione antiracket” che ha coinvolto una parte del mondo imprenditoriale siciliano negli ultimi anni.
Il libro ospita, tra le altre cose, una interessante proposta da parte di Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, per cercare di sostenere le iniziative antiracket, per tentare di sconfiggere, o almeno, ridimensionare, questo laccio che blocca la ripartenza siciliana.
“Se è stata fatta una legislazione di favore nei confronti dei pentiti che è stata utilissima per contrastare la mafia, si può ipotizzare - dice Lo Bello - anche una legislazione di favore per quelle imprese che, collaborando con lo Stato, possono aiutarci a disarticolare il sistema imprenditoriale affaristico-mafioso. Questo è un argomento sul quale bisogna riflettere senza furori ideologici, specialmente in un fase storica come questa dove, almeno in Sicilia, si sta avvertendo un grande cambiamento di clima e dunque collaborazioni di questo tipo potrebbero trovare un consenso molto più ampio rispetto al passato”.
domenica 13 marzo 2011
Allarme sindacati: più cassa integrazione e perdita di 110 mila posti di lavoro
Fonte: Ansa.it
Torna a crescere il ricorso alla cassa integrazione: a febbraio su base mensile la cig ha registrato un aumento a due cifre (+17,2%). Il dato - elaborato da Cisl e Uil - induce i sindacati a lanciare l'allarme sulla situazione preoccupante del mondo del lavoro, che a febbraio conta oltre 430 mila cassintegrati e in un anno ha perso 110 mila occupati, mentre crescono disoccupati e inattivi.
Torna a crescere il ricorso alla cassa integrazione: a febbraio su base mensile la cig ha registrato un aumento a due cifre (+17,2%). Il dato - elaborato da Cisl e Uil - induce i sindacati a lanciare l'allarme sulla situazione preoccupante del mondo del lavoro, che a febbraio conta oltre 430 mila cassintegrati e in un anno ha perso 110 mila occupati, mentre crescono disoccupati e inattivi.
martedì 8 marzo 2011
Tra le cose sicure, la più sicura è il dubbio....Note a margine dell'8 marzo
Oggi è un giorno importante per le donne, il loro impegno, i loro valori e le loro conquiste. La Fillea Cgil vuole ricordare questo giorno, l’8 marzo, con semplicità, umiltà, educazione, competenza che sono e restano le quattro qualità importanti ed indispensabili per tante donne impegnate nel lavoro, nel sociale, ad inseguire i propri sogni, a dare un contributo, ovunque nel mondo, per migliorare la società.
L’8 Marzo si festeggia? Più che altro si ricorda l’impegno delle donne che non ci sono più per mille sventure lavorative, personali, familiari.
Ricordare ed avere memoria è importante e credo che dalla nostra città e dalla nostra Sicilia, ricca di contraddizioni, si può far partire un nuovo messaggio di riscatto sociale e lavorativo dedicato alle donne, al rispetto che spesso viene meno nei luoghi di lavoro, alle migranti che finiscono nelle strade, alle ragazze madri che l’ente locale deve aiutare, alle tante donne diplomate, laureate che il Ministro Gelmini costringe a stare a casa grazie ai tagli nella scuola, alle restauratrici ed alle archeologhe assunte come operaie comuni nei cantieri edili malgrado il qualificato titolo di studio, alle mamme che sognano un futuro diverso e migliore per i propri figli.
Nell’augurio che non ci siano più dubbi sul valore dell’impegno delle donne nella società.
Ignazio Giudice
domenica 6 marzo 2011
Lavoro, tre contratti su quattro sono precari
Fonte: Ansa.it
Tra l'inizio del 2008 e la prima metà del 2010 sono stati attivati in Italia 27,4 milioni di contratti di lavoro (il 49% da donne), nella stragrande maggioranza (il 73,4%) precari. Lo rileva la Uil nel suo rapporto sulle comunicazioni obbligatorie (sull'inizio dei rapporti di lavoro agli uffici per l'impiego) spiegando comunque che il numero dei contratti attivati è così alto perché tiene conto del fatto che una persona può avere nel tempo più contratti (ad esempio 4-5 contratti a termine in un anno) ma anche più rapporti di lavoro contemporaneamente (come nel caso delle collaborazioni a progetto). Nel periodo considerato (30 mesi) i rapporti di lavoro cessati sono stati 24,5 milioni (il 48,4% ha coinvolto le donne). Sul totale dei rapporti di lavoro attivati il Mezzogiorno ne ha avuti il 34% mentre l'incidenza delle cessazioni nell'area è stata del 38,1%.
Tra l'inizio del 2008 e la prima metà del 2010 sono stati attivati in Italia 27,4 milioni di contratti di lavoro (il 49% da donne), nella stragrande maggioranza (il 73,4%) precari. Lo rileva la Uil nel suo rapporto sulle comunicazioni obbligatorie (sull'inizio dei rapporti di lavoro agli uffici per l'impiego) spiegando comunque che il numero dei contratti attivati è così alto perché tiene conto del fatto che una persona può avere nel tempo più contratti (ad esempio 4-5 contratti a termine in un anno) ma anche più rapporti di lavoro contemporaneamente (come nel caso delle collaborazioni a progetto). Nel periodo considerato (30 mesi) i rapporti di lavoro cessati sono stati 24,5 milioni (il 48,4% ha coinvolto le donne). Sul totale dei rapporti di lavoro attivati il Mezzogiorno ne ha avuti il 34% mentre l'incidenza delle cessazioni nell'area è stata del 38,1%.
venerdì 4 marzo 2011
Gela, concluso accordo Eni - sindacati. L'indotto industriale, però, rimane in ginocchio
Fonte: Sicilainformazioni.com
Di Rosario Cauchi
E' stato raggiunto, dopo diverse ore di trattativa, l'accordo sul piano industriale 2010-2013 fra vertici Eni e sindacati gelesi. “Un accordo – dice Silvio Ruggeri della Uil – che ci soddisfa perché finalizzato ad evitare qualsiasi rischio di marginalizzazione del sito di Gela”.
L'intesa siglata prevede una riduzione di personale di almeno 400 unità ma, al contempo, fissa investimenti per circa 500 milioni di euro.
“La riduzione del personale – precisa Alessandro Piva della Cgil – è effettivamente indicata nel piano industriale ma abbiamo ottenuto di poter trattare su ogni singolo esubero in base alle esigenze prodotte dalla gestione dei singoli impianti”.
I rappresentanti sindacali, inoltre, hanno ottenuto la possibilità di attivare in città un polo di ricerca e formazione professionale che sarà assicurato proprio da Eni.
“Sicurezza, formazione e salute dei lavoratori – ammette Emanuele Gallo della Cisl – sono conquiste essenziali di quest'accordo”.
Ma mentre le prospettive dei dipendenti del diretto Eni appaiono, dopo la conclusione della trattativa, sempre più chiare, quelle degli operai delle società dell'indotto, legate alle commesse del gigante petrolifero, si piegano senza particolari possibilità di ripresa.
“Dal 2008 – sostiene Angelo Sardella della Cisl – l'indotto del petrolchimico è bloccato, fermo, non ci sono le commesse e le aziende sono costrette a ricorrere agli ammortizzatori sociali”.
Tra contratti di solidarietà e cassa integrazione, ordinaria e in deroga, i lavoratori continuano a vivere in costante allarme.
“Adesso – aggiunge Sardella – Eni ha deciso di fermare gli impianti per avviare le manutenzioni, ma si tratta solo di trenta giorni, un periodo irrisorio che assicurerà solo un aumento di personale a tempo determinato, spesso, comunque, nella disponibilità di entità non gelesi”.
Anche tra gli edili la crisi morde il freno e le principali aziende impegnate nell'indotto continuano a barcamenarsi tra bilanci in rosso e profitti non idonei a coprire i costi del personale.
“Mi chiedo – dichiara Ignazio Giudice della Fillea Cgil – quali lati positivi possano sussistere all'interno di un accordo che, rispetto a quanto stabilito nel gennaio del 2008, riduce gli investimenti per il sito di Gela da 900 a 500 milioni di euro”.
Tra i lavoratori dell'indotto, dunque, le certezze sono ridotte al minimo.
“Dopo questo periodo di lavoro straordinario – dice un operaio – non riesco a capire cosa possa effettivamente accadere”.
Ignazio Giudice, inoltre, critica anche un “Progetto Salute”, clausola essenziale nella trattativa condotta da sindacati ed Eni, teso a tutelare la salute dei lavoratori del diretto.
“L'intesa – spiega – si limita a delineare tutti i monitoraggi sulla salvaguardia sanitaria dei lavoratori del diretto Eni, e quelli delle società dell'indotto? Sono, forse, persone di categoria inferiore?”.
Di Rosario Cauchi
E' stato raggiunto, dopo diverse ore di trattativa, l'accordo sul piano industriale 2010-2013 fra vertici Eni e sindacati gelesi. “Un accordo – dice Silvio Ruggeri della Uil – che ci soddisfa perché finalizzato ad evitare qualsiasi rischio di marginalizzazione del sito di Gela”.
L'intesa siglata prevede una riduzione di personale di almeno 400 unità ma, al contempo, fissa investimenti per circa 500 milioni di euro.
“La riduzione del personale – precisa Alessandro Piva della Cgil – è effettivamente indicata nel piano industriale ma abbiamo ottenuto di poter trattare su ogni singolo esubero in base alle esigenze prodotte dalla gestione dei singoli impianti”.
I rappresentanti sindacali, inoltre, hanno ottenuto la possibilità di attivare in città un polo di ricerca e formazione professionale che sarà assicurato proprio da Eni.
“Sicurezza, formazione e salute dei lavoratori – ammette Emanuele Gallo della Cisl – sono conquiste essenziali di quest'accordo”.
“Dal 2008 – sostiene Angelo Sardella della Cisl – l'indotto del petrolchimico è bloccato, fermo, non ci sono le commesse e le aziende sono costrette a ricorrere agli ammortizzatori sociali”.
Tra contratti di solidarietà e cassa integrazione, ordinaria e in deroga, i lavoratori continuano a vivere in costante allarme.
“Adesso – aggiunge Sardella – Eni ha deciso di fermare gli impianti per avviare le manutenzioni, ma si tratta solo di trenta giorni, un periodo irrisorio che assicurerà solo un aumento di personale a tempo determinato, spesso, comunque, nella disponibilità di entità non gelesi”.
Anche tra gli edili la crisi morde il freno e le principali aziende impegnate nell'indotto continuano a barcamenarsi tra bilanci in rosso e profitti non idonei a coprire i costi del personale.
“Mi chiedo – dichiara Ignazio Giudice della Fillea Cgil – quali lati positivi possano sussistere all'interno di un accordo che, rispetto a quanto stabilito nel gennaio del 2008, riduce gli investimenti per il sito di Gela da 900 a 500 milioni di euro”.
Tra i lavoratori dell'indotto, dunque, le certezze sono ridotte al minimo.
“Dopo questo periodo di lavoro straordinario – dice un operaio – non riesco a capire cosa possa effettivamente accadere”.
Ignazio Giudice, inoltre, critica anche un “Progetto Salute”, clausola essenziale nella trattativa condotta da sindacati ed Eni, teso a tutelare la salute dei lavoratori del diretto.
“L'intesa – spiega – si limita a delineare tutti i monitoraggi sulla salvaguardia sanitaria dei lavoratori del diretto Eni, e quelli delle società dell'indotto? Sono, forse, persone di categoria inferiore?”.
Lavoro: 980 morti nel 2010
Fonte: Ansa.it
Gli incidenti mortali nel 2010 sono stati 980, in calo del 6,9% rispetto ai 1.053 dell'anno precedente. Lo comunica l'Inail sottolineando che e' il dato, il piu' basso dal dopoguerra, resta comunque 'inaccettabile'. Gli infortuni nel complesso, sulla base delle stime preliminari sono stati 775.000, in calo dell'1,9% rispetto al 2009.
Gli incidenti mortali nel 2010 sono stati 980, in calo del 6,9% rispetto ai 1.053 dell'anno precedente. Lo comunica l'Inail sottolineando che e' il dato, il piu' basso dal dopoguerra, resta comunque 'inaccettabile'. Gli infortuni nel complesso, sulla base delle stime preliminari sono stati 775.000, in calo dell'1,9% rispetto al 2009.
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