Fonte: Siciliainformazioni.com
Di Rosario Cauchi
Una crisi che non sembra trovare alcuna soluzione affiancata da un'inversione di rotta, in senso negativo, in grado di protrarsi per oltre quattro anni.
Sono solo alcune delle caratteristiche che, suo malgrado, connotano quello che, fino a qualche anno fa, era un settore d'oro: l'edilizia.
“Dal 2008 al 2011 – si legge in un dettagliato rapporto reso pubblico dall'associazione nazionale dei costruttori – il settore delle costruzioni ha perso almeno 29 miliardi di euro”.
Una cifra che lascia poco all'immaginazione.
Solo nel settore dei lavori pubblici, da sempre considerato l'unica vera manna dal cielo, la flessione, calcolata fin dal 2004, giunge al 32%.
“Dall'inizio ufficiale della crisi – sostengono gli esponenti dell'Ance – i posti di lavoro persi ammontano a 180 mila, una piaga che non riusciamo veramente a guarire”.
In Sicilia, lo scorso anno, i lavori pubblici hanno generato un valore complessivo di 590 milioni di euro contro il miliardo del 2007.
Il 2011, del resto, prosegue sulla stessa scia degli ultimi anni: sono almeno 30 mila, a livello nazionale, i lavoratori edili che non hanno avuto modo di poter contare su una qualsiasi certezza salariale.
“Solo gli ammortizzatori sociali – prosegue il rapporto – hanno permesso di attenuare una crisi molto pesante.Tra il 2008 ed il 2010, il numero di ore di cig è praticamente triplicato, toccando quota 100 milioni e nei primi tre mesi del 2011, l'aumento è del 14%”.
I vertici di Federcostruzioni, addirittura, stimano che a fine 2011 i posti di lavoro svaniti nel nulla potrebbero toccare un livello veramente preoccupante: 500 mila.
“Purtroppo – ammette il componente della segretaria siciliana della Fillea Cgil Ignazio Giudice – tutti i dati resi noti dall'Ance sono profondamente veri, ma non in tutto. Quando si parla di posti di lavoro in meno, non si tiene conto che, spesso, gli operai dell'edilizia rimasti senza occupazione diventano, immediatamente, lavoratori in nero, pesando molto meno sui conti delle aziende”.
Stando al sindacalista, infatti, uno dei tasti più dolenti è la costante riduzione dei fondi rivolti ai controlli all'interno dei cantieri.
“Invito anche la Regione siciliana – continua Giudice – a riflettere sull'opportunità di investire nei controlli, si tratterebbe di una scelta essenziale: la scoperta di irregolarità, infatti, comporta il pagamento di sanzioni incassate direttamente dall'ente pubblico”.
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