Fonte: Siciliainformazioni.com
Di Salvo Cataldo
L’aggiudicazione dei grossi appalti non più all’offerta più bassa ma a quella “economicamente più vantaggiosa”, l’istituzione di un “Fondo regionale per la progettazione” e un’attenzione in più verso quelle imprese che rispettano i contratti collettivi per il trattamento economico dei propri dipendenti. Sono alcune delle novità introdotte dal disegno di legge che ridisegna il sistema degli appalti pubblici in Sicilia e che, dopo l’approvazione in commissione Ambiente dell’Ars, attende il via libera anche dalla commissione Bilancio e dal comitato per la qualità delle leggi di Palazzo dei Normanni. Si tratta di una delle otto riforme di settore promesse dal governo Lombardo all’indomani dell’approvazione della finanziaria. Le norme, volute e condivise anche dall’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) avrebbero dovuto trovare posto nella manovra approvata da Sala d’Ercole il 30 aprile, ma alla fine furono stralciate e inserite in un apposito ddl ad hoc.
Su quell’impianto originario si sono innestate altre norme che hanno, di fatto, contribuito alla stesura di un vero e proprio testo unico sugli appalti. La proposta di legge ha ricevuto l’ok unanime dalla commissione presieduta da Fabio Mancuso.
“E’ una riforma che mette la Sicilia al passo coi tempi – spiega il parlamentare del Pdl -. Il Parlamento, con grande senso di responsabilità, sta dando alle imprese le risposte che da tempo attendevano”. Il cuore di una riforma che consta complessivamente di 27 articoli sta nel cambio di impostazione nel sistema di aggiudicazione degli appalti di valore superiore alla soglia comunitaria. Il nuovo meccanismo, previsto all’articolo 19, riguarda anche le forniture con un importo pari o superiore a un milione di euro. I criteri presi in esame per l’assegnazione dei lavori non saranno più soltanto economici, ma anche qualitativi: il 60% del punteggio finale assegnato a ciascuna impresa concorrente all’appalto deriverà, infatti, dall’offerta tecnica presentata. Nella valutazione di questa voce “almeno un quarto” del punteggio complessivo verrà attribuito “in relazione al costo del lavoro”. Il restante 40% verrà fuori dall’offerta economica (30%) e dai tempi di realizzazione dell’opera (10%). Il nuovo sistema dovrebbe porre un freno alla corsa selvaggia al ribasso, che spesso ha ripercussioni sulla sicurezza dei lavoratori e sulla qualità dell’opera. Resta la possibilità del ricorso al massimo ribasso, ma l’offerta vincente deve comunque essere la più vantaggiosa “sotto il profilo della qualità dei lavori realizzati e del rapporto con il prezzo a base d'asta”.
Introdotto anche un sistema di garanzia che mette al riparo la pubblica amministrazione da brutte sorprese, qualora ci si trovi di fronte a un ribasso superiore al 30%. Nel caso in cui si verifichi questa eventualità l’impresa sarà tenuta a fornire, oltre alle fidejussioni assicurative, altre fidejussioni bancarie per almeno la metà della percentuale eccedente.
Novità anche sul fronte del prezziario unico regionale per i lavori pubblici: le linee guida saranno dettate dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore per le Infrastrutture e la mobilità. Il prezziario resterà in vigore un anno prima dell’aggiornamento.
A vigilare sul rispetto delle leggi sul lavoro e su tanto altro ci sarà il neonato “Osservatorio regionale dei contratti pubblici, di lavori, servizi e forniture”. Si tratta di un ufficio speciale posto alle dirette dipendenze dell’assessore regionale per le Infrastrutture e la mobilità, con una dotazione organica di “almeno cinquanta unità facenti parte dell’organico regionale e senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio”. L'Osservatorio regionale è lo strumento tecnico-gestionale della Regione per lo svolgimento di tutte le procedure d’appalto. A questo organismo, che era già presente sotto il nome di “Osservatorio per l'accelerazione e la qualificazione della spesa pubblica”, compete la raccolta delle informazioni relative all'intero ciclo di realizzazione dei contratti pubblici di lavori servizi e forniture (dalla programmazione dell’opera alla sua gestione, passando per l’esperimento della gara di appalto, l’affidamento, l’esecuzione e il collaudo).
L’altra novità introdotta dal ddl è quella relativa all’istituzione di un fondo di rotazione per la copertura delle spese di progettazione. Le risorse (200 milioni di euro per il 2011 e 300 per il 2012) sono riservate alla stessa Regione e agli enti locali. Il fondo verrà costituito attraverso i fondi Fas.
Tra le pieghe della riforma, inoltre, spunta anche l’istituzione di un albo unico regionale per i professionisti che operano nel mondo degli appalti con la pubblica amministrazione.
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