martedì 20 settembre 2011

Appalti, sequestri e difficoltà economiche. Due aziende gelesi al palo

Fonte: Siciliainformazioni.com
Di Rosario Cauchi

Erano in espansione anche al di fuori dei confini siciliani: con appalti ottenuti su importanti tratte del cantiere che non chiude mai, quello dell'autostrada Salerno – Reggio Calabria.

Ma, adesso, fanno fatica a rimanere sul mercato con inevitabili ripercussioni sui dipendenti.

Nel luglio del 2009, infatti, iniziarono i primi problemi per i titolari della Igm srl e della Icam srl, attive nel settore del calcestruzzo e degli scavi, con sede a Gela.
Sandro Missuto, giovane responsabile del gruppo edile, venne arrestato nell'ambito dell'indagine “Cerberus” con l'accusa di aver fatto da prestanome al capo di cosa nostra gelese Daniele Emmanuello.

Le due aziende vennero poste sotto sequestro.

Gli investigatori riuscirono a scoprire un presunto accordo fra le imprese di Missuto e l'importante società romana Safab: per stare tranquilli anche all'interno dei cantieri siciliani,i dirigenti dell'azienda laziale avrebbero deciso di avere un unico sub appaltatore di fiducia, Missuto con Igm e Icam.

All'inchiesta “Cerberus” seguì, nel dicembre dello stesso anno, quella “Compendium”: e, a dodici mesi di distanza, un maxisequestro da 25 milioni di euro in grado di assorbire il patrimonio dell'imprenditore gelese e le sue imprese.

“Mi sono occupato delle due aziende di Gela – dice l'avvocato palermitano Rosario Di Legami – per oltre due anni, perché nominato amministratore giudiziario. Purtroppo, l'attività della Icam, dopo le note vicende, si è immediatamente bloccata. Quella della Igm, invece, è proseguita con profitto riuscendo a garantire l'occupazione di tutti gli operai”.

Lo scorso dicembre, però, giunge la doccia fredda: la Safab, principale committente dell'azienda gelese, non riesce ad ottenere la certificazione antimafia.

Immediato il blocco di tutti i cantieri aperti sull'Isola, da Trapani a Siracusa, e , di conseguenza, di qualsiasi subappalto: compresi quelli aperti con la Igm.

“Normalmente – ammette il professionista – quando la mamma inizia ad avere problemi questi, inevitabilmente, si trasferiscono anche sui figli”.

Stipendi versati regolarmente, occupazione assicurata, cantieri aperti, nonostante il turbinio giudiziario, e, d'un tratto, i cancelli dello stabilimento di Gela iniziano ad aprirsi con minore frequenza.

“Senza i pagamenti necessari – spiega l'avvocato – non potevamo, a nostra volta, assicurare nulla ai lavoratori”.

Diversi sono stati i tentativi di riprendere in mano la situazione: dalla mancata fusione con la gemella Icam alla collaborazione con altre aziende.

“Capitava – ammette Di Legami – che imprenditori interessati ad avviare lavori insieme alla società da me gestita si tiravano indietro non appena sentivano parlare di amministrazione giudiziaria”.

Difficoltà che si sono estese ai circa trenta lavoratori in forza alla Igm: oggi, in attesa dell'insediamento del nuovo amministratore giudiziario, l'avvocato Salvatore Licata.

Fonti sindacali, informate sulle vicende del cantiere trapanese dell'acquedotto Montescuro Ovest, opera appaltata, per almeno due milioni e mezzo di euro, alla Safab, fanno sapere che la certificazione antimafia potrebbe essere rilasciata nuovamente al gruppo romano.

Uno spiraglio che garantirebbe un sospiro di sollievo anche agli operai della Igm, impegnati a loro volta nei lavori.


In Sicilia, la crisi economica si fa sempre più aggressiva: e, in molti casi, le colpe dei padroni ricadono sui loro dipendenti.


 

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