martedì 27 settembre 2011

Certificato antimafia, è bufera dopo le parole di Brunetta. Venturi, "il documento non si tocca"

"La certificazione antimafia e' uno strumento fondamentale, probabilmente migliorabile, ma certamente irrinunciabile. Il ministro Brunetta farebbe bene a misurare le parole e lo invito ad attuare veramente la semplificazione burocratica ed amministrativa per andare incontro alle reali esigenze delle imprese e dei cittadimi italiani che ogni giorno combattono contro il muro di gomma della burocrazia". Lo dichiara l'assessore regionale alle Attivita' produttive della Sicilia, Marco Venturi, che prima di ricoprire incarichi di governo e' stato uno dei rappresentanti del nuovo corso della Confindustria siciliana assieme a Ivan Lo Bello, Antonello Montante e Giuseppe Catanzaro. Una nuova epoca caratterizzata da un no deciso ad ogni forma di compromesso con la mafia, dal grande incremento delle denuncie al pizzo e dall' espulsione delle imprese colluse.
"La certificazione antimafia non si tocca - aggiunge -. Si tornerebbe indietro nel tempo, e i poteri occulti riprenderebbero campo facendo camminare assieme imprese compiacenti, politica corrotta e interessi criminali. Certo, nei giorni in cui chiude il Bagaglino, l'uscita di Brunetta potrebbe essere interpretata come una boutade d'avanspettacolo. Purtroppo cosi' non e' ed e' invece, tragicamente infelice e triste". "Ma in un governo nazionale alla deriva, in cui c'e' un ministro del Tesoro che predica rigore chiedendo sacrifici a tutti, e poi si scopre che ha vissuto in un appartamento romano pagando l'affitto in nero, - conclude l'assessore Venturi - probabilmente l'uscita di Brunetta e' assolutamente coerente. A questo punto non stupirebbe se tra i consulenti di Finmeccanica il ministro Brunetta sponsorizzasse la nomina di Matteo Messina Denaro".

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