"Un Mezzogiorno in recessione, che continua a crescere meno del Centro-Nord, dove lavora ufficialmente meno di un giovane su tre e dove il tasso di disoccupazione reale sarebbe del 25%". A scattare la fotografia dell'economia del Mezzogiorno rivedendo al ribasso le stime Istat e' il Rapporto Svimez 2011.
E la vera e propria emergenza e' tra i giovani. Nel Mezzogiorno, il tasso di occupazione giovanile (15-34 anni) e' giunto nel 2010 ad appena il 31,7% (nel 2009 era del 33,3%): praticamente al Sud lavora meno di un giovane su tre. Situazione drammatica per le giovani donne, ferme nel 2010, al 23,3%, 25 punti in meno rispetto al Nord del Paese (56,5%).
E' come , prosegue il rapporto, "se la debolezza sul mercato del lavoro, legata in tutto il Paese alla condizione giovanile, al Sud si protraesse ben oltre l'eta' in cui ragionevolmente si puo' parlare di giovani. Dal 'brain drain', cioe' dalla ''fuga dei cervelli'', il drenaggio di capitale umano dalle aree deboli verso le aree a maggiore sviluppo, siamo ormai passati al brain waste, lo 'spreco di cervelli', una sottoutilizzazione di dimensioni abnormi del capitale umano formato che non trova neppure piu' una valvola di sfogo nelle migrazioni". In crescita anche gli 'inattivi' che tra il 2003 e il 2010 gli inattivi in eta' da lavoro sono cresciuti di oltre 750 mila unita'.
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