Fonte: LaSiciliaweb.it
L'associazione dei costruttori edili denuncia la mancanza di investimenti pubblici, il dilagante fenomeno dei ribassi nelle gare d'appalto e l'inefficienza della classe politica
"Il settore edile non riesce più a reggere la gravissima crisi determinata dall'assenza di investimenti pubblici, dalla mancata riforma delle norme urbanistiche, dalla mancata programmazione di strumenti operativi d'emergenza atti ad affrontare la situazione e dal dilagante fenomeno dei ribassi eccessivi nelle gare d'appalto". È quanto si legge in una nota dell'Ance Sicilia, l'associazione dei costruttori edili.
"I problemi - aggiunge la nota - richiedevano soluzioni immediate ma, dopo quasi un anno di confronti, il governo regionale e l'Ars non hanno assunto alcuna iniziativa concreta. Nemmeno l'ultimo disperato appello, notificato lo scorso 13 dicembre al governo, per un blocco degli appalti sottosoglia che si aggiudicano con ribassi addirittura del 53%, ha ottenuto un minimo cenno di risposta".
"La conseguenza - conclude l'Ance - è che, mentre la classe politica è impegnata a litigare per le poltrone e a sopravvivere a se stessa, il settore edile crolla, le imprese chiudono, decine di migliaia di dipendenti perdono il lavoro, tutte le piazze provinciali sono in grande fermento perché nessuno di noi sa come dare risposte alla generale preoccupazione delle famiglie. Quest'anno il consolidato calo dei bandi di gara ha registrato un ulteriore 60% e sono state avviate ventimila procedure di licenziamento.
Tutto ciò sta travolgendo l'intera economia siciliana, ed è sconcertante che l'intera classe politica sembri non accorgersi di nulla. Insomma, ci manca l'interlocutore". L'Ance ha convocato per domani mattina una conferenza stampa nella sede di Catania dell'associazione.
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