3.12.2010
L’ennesima operazione antimafia permette ancora una volta di scoprire ciò che da anni la FILLEA CGIL regionale sostiene e cioè – sostengono Franco Tarantino e Ignazio Giudice della segreteria regionale della FILLEA CGIL - che l’intermediazione di manodopera, le assunzioni in nome del consenso sociale, le infiltrazioni criminali, continuano ad essere presenti e legate fortemente al controllo e addirittura alla regia unica della mafia. L’edilizia è un settore che difficilmente risente di vere e proprie crisi generalizzate , per questa ragione continuano Tarantino e Giudice - i gruppi criminali fiutano l’affare.
Il sindacato, grazie anche alla collaborazione delle forze dell’ordine, continuerà a vigilare, la provincia di Caltanissetta non può rimanere in eterno la capitale dell’abusivismo, del sommerso e della mafia.
Tra gli obiettivi perseguiti in questi anni la nascita di albi destinati a racchiudere le imprese di fiducia da utilizzare nell’esecuzione di appalti pubblici senza trascurare il controllo che la mafia esercita anche in imponenti opere realizzate con capitale privato. Crediamo indispensabile – affermano Tarantino e Giudice - la collaborazione degli imprenditori che, purtroppo, anche nell’operazione antimafia di ieri denominata RENDE REDIONEM non è risultata presente.
La reticenza al fenomeno della denuncia inginocchia il settore edile e blocca la speranza nell’ottenimento di una seria e robusta qualificazione delle imprese sane che vogliono operare da soggetti liberi in un mercato degli appalti libero e dignitoso. COSA NOSTRA E’ UN SOCIO SCOMODO – concludono Tarantino e Giudice- ED OGGI VI E’ L’ESIGENZA DI BUTTARLO FUORI DA APPALTI PUBBLICI E FORNITURE DI MATERIALI. I pentiti hanno un ruolo e danno un contributo alle indagini ma gli imprenditori possono fare di più per loro stessi , la propria impresa e per lo Stato.
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