20.10.2010
Fonte: "La Sicilia" ed. Caltanissetta
L.S.
Durante lo scorso anno l'Ispettorato provinciale del lavoro ha applicato sanzioni per 4.693.652 euro ed ha elevato contravvenzioni per 486.364 euro. Nello stesso anno ha riscosso 314.183 euro sulle sanzioni, 219.390 euro sulle sanzioni con diffida e 219.390 euro sulle contravvenzioni.
I dati sono stati forniti nel corso della riunione che si è svolta ieri in prefettura per esaminare le problematiche degli ispettori del lavoro che sono in stato di agitazione e rivendicano «il completo riconoscimento giuridico della figura professionale di ispettore del lavoro». Lamentano, inoltre, la mancata estensione delle polizze assicurative anche ai funzionari direttivi con funzioni di ispettore del lavoro e la relativa copertura dei rischi ai quali sono esposti durante l'espletamento dell'attività di vigilanza. E soprattutto, il mancato riconoscimento economico adeguato alle reali funzioni svolte, alle responsabilità assunte e ai rischi connessi all'attività ispettiva esercitata.
I lavori della riunione di ieri in prefettura sono stati presieduti dal vice prefetto vicario Giuseppina Di Raimondo. C'erano, sempre per la prefettura, il capo gabinetto dottoressa Salerno, e poi i dirigenti del servizio provinciale dell'Ispettorato del lavoro Napoli e dell'ufficio provinciale del lavoro Rizza, i segretari provinciali funzione pubblica della Cgil Claudio Di Marco, della Cisl Gianfranco Di Maria con il coordinatore provinciale Giuseppe Barone e una rappresentanza degli ispettori del lavoro.
La riunione è stata convocata d'urgenza dal vice prefetto vicario Di Raimondo «per i risvolti sociali che potrebbe comportare la riduzione o addirittura il fermo dell'attività ispettiva sul territorio provinciale».
Sono stati i rappresentanti sindacali a rappresentare «la gravissima situazione di disagio determinatasi presso gli uffici dell'Ispettorato dl lavoro di Caltanissetta» per il mancato accoglimento delle richieste avanzate dagli ispettori del lavoro la cui attività ha fatto registrare durante lo scorso anno gli introiti prima riportati.
«A fronte di tali introiti certi - hanno detto i rappresentanti sindacali - l'Assemblea Regionale Siciliana inspiegabilmente non ha mai legiferato una opportuna riforma di settore che, all'interno dl pubblico impiego, regolamenti convenientemente l'attività degli ispettori del lavoro».
Hanno anche sottolineato «l'opportunità che le suddette somme introitate sul bilancio regionale anziché finanziare attività che nulla hanno a che fare con la questione in specie, più logicamente siano destinate a sostenere e potenziare la lotta all'emersione del lavoro sommerso e a rafforzare la sorveglianza relativa alla sicurezza nei posti di lavoro».
Cisl e Cgil hanno anche evidenziato che i risultati positivi registrati rischiano di essere, però, vanificati dal "ridimensionamento" che sembra si voglia operare per l'attività svolta dagli ispettori del lavoro. «Appare chiaro - hanno detto i sindacalisti - che ciò restringerebbe inevitabilmente l'azione quotidiana condotta, nell'ambito delle loro competenze e sul territorio provinciale, a sostegno della legalità».
Hanno infine rappresentato che «l'azione di rivendicazione, partita da Caltanissetta per iniziativa delle segreterie provinciali sindacali, ha trovato condivisione nelle altre province, e sostegno nelle segreterie regionali fino ad ottenere accoglimento dell'accordo sottoscritto con la direzione generale del dipartimento lavoro».
Appreso poi che sono state avviate le procedure per il riconoscimento della figura professionale di ispettore del lavoro, è stato deciso di sospendere "momentaneamente" l'agitazione in attesa degli ulteriori sviluppi.
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