sabato 11 settembre 2010

Gela, immobilismo e polemiche sul cantiere
del centro commerciale "della legalità"


di Rosario Cauchi
10 settembre 2010 18:40
Siciliainformazioni.com









Da un anno, a Gela, quello che avrebbe dovuto rappresentare un esempio di trasparenza e rispetto delle regole nel settore edilizio - come preannunciato al momento della posa della prima pietra -  ovvero il cantiere finalizzato alla realizzazione di un nuovo centro commerciale-direzionale, è totalmente bloccato.
L'enorme scheletro di un'opera, iniziata nella primavera dello scorso anno, giace in attesa che gli operai possano ritornare a lavorare.
Al momento,stando a fonti sindacali, dopo il superamento dei problemi connessi al mancato pagamento degli oneri di urbanizzazione, ammontanti a più di 550 mila euro, da parte della società proprietaria dell'area, la “Ho.pa.f. s.r.l.” di Porto Empedocle, il blocco dipenderebbe da controversie sorte fra la stessa società agrigentina e quella incaricata dell'effettuazione dei lavori, la “Sogresal Costruzioni srl”.
Una via d'uscita, solo momentanea, era stata raggiunta all'indomani dell'accoglimento, da parte degli uffici tecnici del comune di Gela, dell'istanza di concessione edilizia in sanatoria presentata dalla società proprietaria dell'area, che aveva avviato i lavori senza che ai dirigenti municipali risultasse il versamento degli oneri di urbanizzazione. Alcuni tecnici comunali, addirittura, avevano ipotizzato l'emissione di falsi bonifici.
Un appalto da 8 milioni di euro, che aveva fatto sperare in una minima ripresa del settore edile, in declino nella zona del gelese, aspetta, quindi, di ripartire: le attese, peraltro, difficilmente potranno trovare un'immediata risposta.
Nell'occhio del ciclone, intanto, è finito anche l'imprenditore Giuseppe Burgio, proprietario della “Ho.pa.f. s.r.l.”.
Responsabile di alcune società che gestiscono, per la Sicilia, i marchi della grande distribuzione “Di Meglio” e “Iperte”, Burgio si trova ad affrontare diverse accuse, formulate da sindacati e lavoratori.
I dipendenti delle due catene di supermercati, infatti, lamentano il tardivo pagamento degli stipendi, che avverrebbe, a loro dire, ogni tre mesi, con gravi ripercussioni sugli equilibri familiari. Non sono mancati gli scioperi, anche tra i lavoratori dei punti vendita di Gela.
Allo stesso tempo, la polemica si è ancor più infiammata a seguito della notizia dell'avvenuto acquisto, da parte dello stesso imprenditore, di uno yacht da 10 milioni di euro, varato dai cantieri navali pisani “Arno”.
Operazione che sarebbe avvenuta in luglio, immediatamente smentita da Giuseppe Burgio, presente all'inaugurazione, a suo dire, solo perché invitato dalla famiglia Picchiotti, titolare dei cantieri, ma confermata, al contrario, dai giornalisti intervenuti per coprire l'evento.
Oltre alla questione yacht, adesso l'imprenditore viene chiamato in causa anche dal collaboratore di giustizia Luigi Putrone, ex reggente del gruppo di cosa nostra a Porto Empedocle.
Putrone, sentito dagli inquirenti agrigentini, ha descritto il meccanismo utilizzato dalla sua cosca allo scopo di riciclare proventi economici illeciti: un appoggio essenziale sarebbe giunto, stando alle sue dichiarazioni, proprio da Giuseppe Burgio e dai supermercati da lui gestiti, capillarmente diffusi all'interno della provincia di Agrigento.

 

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