Segreteria Regionale Siciliana
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Palermo, 15/09/2010
LO SMANTELLAMENTO DEL PETROLCHIMICO DI GELA: LA FILLEA CGIL PREOCCUPATA PER LA SORTE DEI 450 OPERAI EDILI IN FORZA NELLE IMPRESE DI MANUTENZIONE DELLO STABILIMENTO.
L’Eni ha dichiarato 1500 esuberi su tutti gli stabilimenti petrolchimici sparsi nell’intero territorio nazionale di cui 400 interessano solo la raffineria di Gela. La preoccupante decisione di attivare i processi di mobilità per questi lavoratori, senza il supporto di un preciso piano industriale di rilancio della raffineria gelese, rischia di porre inizio al progressivo smantellamento di tale insediamento produttivo per cui a farne le spese non saranno soltanto i 400 lavoratori che, pur nella grave crisi occupazionale, godranno di opportuni ammortizzatori sociali che rendono il processo di dismissione dal lavoro meno doloroso, ma soprattutto penalizzeranno, ed in modo molto pesante, i circa 450 lavoratori edili dell’indotto, a questi vanno aggiunti i lavoratori metalmeccanici e dei servizi, che oltre a vedere oscurato il loro futuro occupazionale, soffriranno della mancata applicazione delle coperture sociali offerte al resto dei lavoratori.
In un territorio fortemente penalizzato da emigrazioni di massa, da una economia strozzata anche dalla pervasività del fenomeno mafioso, in cui la sola prospettiva occupazionale è stata offerta quasi esclusivamente dallo sviluppo dell’industria petrolchimica, suona beffarda la ipotesi di smantellamento delle attività a fronte di una desertificazione industriale che non lascia prevedere alcuna alternativa occupazionale a quanti saranno allontanati dal ciclo produttivo. Ma anche la stessa particolare professionalità acquisita, per esempio, dagli operatori edili, rischia di essere dispersa senza alcuna possibilità di riutilizzo per i particolari interventi cui sono indirizzati gli stessi lavoratori.
La FILLEA CGIL SICILIA, nell’esprimere le proprie perplessità sulle modalità di scelta del processo di dismissioni, nel criticare il metodo scelto dall’ENI di non offrire alcuna contropartita in termini di rilancio e di individuazione di un preciso piano industriale invita l’azienda ad attivare un tavolo di confronto regionale con gli operatori sindacali delle categorie interessate ai processi di dismissione coinvolgendo la Regione Siciliana e le forze istituzionali territoriali perché, come già promesso in altre sedi, sia avviato un progetto di sviluppo e rilancio delle attività anche con la concorrenza economica dei soggetti medesimi che hanno il dovere di garantire la stabilità occupazionale odierna e futura della comunità gelese che poggia su un bacino di oltre centomila persone e la cui unica fonte economica è costituita dalle attività del petrolchimico, di cui auspichiamo un rilancio all’insegna della eco- compatibilità.
Segreteria Regionale Fillea-Cgil
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