venerdì 10 settembre 2010

Ignazio Giudice interviene nel dibattito

Gli strani intrecci tra chiesa e politica
La Fillea: serve un nuovo modello



di Fabrizio Parisi   
Venerdì 10 Settembre 2010 - 10:22
Gela -Una città dove le regole vengono calpestate e la politica fa inciuci con la chiesa. Le denunce dei giorni scorsi del procuratore capo Lucia Lotti e del vicario foraneo Grazio Alabiso hanno scosso l’opinione pubblica. La prima reazione è di Ignazio Giudice, segretario regionale della Fillea Cgil. «In un paesone ricco di contraddizioni si può non essere soli nel constatare che vi è una grande esigenza di coerenza - dice Giudice - di riscatto, di voltare pagina, di chiedere il conto a chi ha responsabilità, a non tollerare più chi ha paura di osare, di scegliere la denuncia e la proposta quale scelta di vita insieme all'irrinunciabile valore della coerenza e della verità». Il sindacalista concorda con quanto dichiarato dal vicario foraneo sui compromessi tra clero e politica.

«Caro monsignor Alabiso lei ha profondamente ragione - continua - non ci può essere cultura senza verità, in questa città vi è troppa ipocrisia, mi permetto di aggiungere che a ogni scelta corrisponde un conto personale, conto inteso quale luogo di convenienza individuale. Sento forte l'esigenza di trasformare la sua pubblica riflessione in opportunità di dibattito nella città e per i cittadini, guardando gli ultimi, la classe operaia, i disoccupati, i diversamente abili, i giovani e gli anziani».
«A Gela, ma il fenomeno ha caratteristiche più estese, esiste la "giustizia sociale"? Gli ultimi hanno voce? Chi viene eletto, nel sindacato e nella politica, dice tutto ciò che pensa e opera sempre nel quotidiano per mantenere il giusto equilibrio nelle scelte? Questi interrogativi, e potrebbero moltiplicarsi, bisogna porseli, oggi più di ieri». Infine la proposta. «Se potessi firmerei un impegno pubblico di grande e convinto rispetto, con i lavoratori e le lavoratrici, con gli imprenditori perbene e con le forze dell'ordine, con i giornalisti, con la magistratura capace di fare analisi sincere tanto da diventare, per quello che mi riguarda, un contributo alla mia attività sindacale. Non vi è un nesso tra le dichiarazioni di Alabiso ed il procuratore Lotti, ma nella vita accade anche questo, che in mancanza di un nesso la casualità ha voluto che entrambi parlassero di regole, giustizia e soprattutto di un nuovo modello di città, per i tanti giovani che ogni giorno sono vittime di scelte sbagliate e sogni rubati». 

Ilgiornaledigela.it

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