L'energia alternativa fa gola alla mafia. L'eolico è il nuovo business di Cosa Nostra
15 settembre 2010
L'energia alternativa, l'eolico soprattutto, è diventato il nuovo business della mafia. Quella che prima era un'intuizione ha trovato ora una conferma dopo il sequestro di un miliardo e mezzo di beni all'imprenditore Vito Nicastri, indicato come un prestanome del boss Matteo Messina Denaro. L'inchiesta ha svelato un grumo di interessi che è alla base di un vero e proprio boom dell'eolico in Sicilia. Gli ultimi dati dicono che attualmente gli impianti eolici attivi in Sicilia
producono energia per 1148 Megawatt. Nel 2004 la produzione era di appena 183 Mw e solo a partire dal 2007 c'é stato un improvviso salto prima a 670 e poi a 795 Mw.
L'incremento produttivo è il frutto di investimenti cospicui, favoriti non solo dai contributi per l'installazione degli impianti ma anche dalla certezza di assorbimento dell'energia prodotta da parte del sistema nazionale. La tendenza è quella di una crescita ulteriore. In base alle autorizzazioni rilasciate molto presto la potenza sviluppata dagli impianti eolici siciliani sarà di 2000 Megawatt. E però le domande di nuove installazioni in attesa di approvazione potrebbero fare schizzare il dato a 7.380 Mw. Si tratta di una produzione che supera anche il fabbisogno territoriale. La Sicilia infatti produce 21,7 miliardi di kilowatt all'ora ed è costretta a "esportarne" 0,4.
Una produzione più elevata non potrebbe essere assorbita dalla rete nazionale e, per evitare di mettere in crisi gli impianti e le centrali di distribuzione, finirebbe per essere dispersa. Un'altra ragione di cautela va ricercata nell'esistenza di interessi riconducibili alla mafia e al pesante impatto ambientale degli impianti. Proprio il tema dell'aggressione al territorio è stato al centro di una denuncia più volte rilanciata da Vittorio Sgarbi, sindaco di Salemi, nel Trapanese, un'area dove si è registrata negli ultimi tempi un'alta concentrazione di "fattorie eoliche". Sono 126 le pale in attività soprattutto nella zona attorno a Castelvetrano ma tante altre sono quelle ferme per mancanza delle autorizzazioni. Un altro addensamento eolico è sulle Madonie (nell'area di Caltavuturo) e nella provincia di Siracusa.
La Regione ha cominciato a esaminare con molta attenzione le domande presentate (sono 1700 tra eolico e fotovoltaico). Le autorizzazioni rilasciate negli ultimi tempi riflettono la preoccupazione di non creare più energia di quanta se ne possa utilizzare e di frenare le pressioni degli interessi mafiosi. L'assessore regionale all'energia Pier Carmelo Russo, che vive sotto scorta anche per la questione dei rifiuti, sta applicando una linea di contenimento dell'eolico esponendosi a forti critiche politiche. Un'eco di questi attacchi si è avuta ieri nell'intervento del sottosegretario Gianfranco Micciché che ha definito Russo un "bloccatore", cioé un ostacolo a misure di sviluppo economico. In difesa di Russo è subito sceso in campo lo stesso presidente della Regione, Raffaele Lombardo, il quale ha detto che il suo assessore tecnico ha cercato solo di fermare il "malaffare".
Fonte: Ansa
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