domenica 26 settembre 2010

Una città vivibile e a dimensione d’uomo

 E’ stato e continua ad essere il sogno di tanti Gelesi stanchi di osservare che il tempo imbruttisce la città, ogni suo angolo, ogni spazio vuoto. Da ormai 11 mesi, passando da Via Venezia, per essere precisi dinanzi la sede del commissariato di polizia, è possibile osservare un’opera avviata da privati, ovviamente su concessione edilizia.
Lo scheletro di ciò che doveva essere un bel centro direzionale – commerciale, capace di modificare l’immagine di quell’area e soprattutto creare nuova occupazione attraverso il pieno utilizzo delle aree e superfici commerciali oggetto di investimento da parte di operatori economici, giace abbandonato a sé stesso.
Erano tante le attese da parte dei cittadini, perché già 11 mesi fa la disoccupazione ed il prodotto interno lordo di Gela avevano toccato punte di crisi equiparabili a zone d’Italia e del mondo a rischio desertificazione.
Fino a poco tempo fa, parlavamo di incompiute ed il riferimento erano le grandi, medie e piccole opere pubbliche: dai viadotti al carcere passando per i parcheggi, e difatti in Italia si contano 403 opere incompiute e di queste 161 solo in Sicilia.
Sapevamo, e non lo dico con rassegnazione, che il pubblico non funzionava bene e che negli anni i comuni e gli enti pubblici che hanno contribuito a fare scempio delle aree urbane sono tanti e, come ci dice il dato, la regione Sicilia è in testa. 
Ma che a Gela anche i privati lasciassero le opere incompiute come se ciò fosse normale è veramente fuori dal mondo e tutto ciò è fatto con superficialità, quasi a voler dire alla città che quest’altra bruttura se la meritava.
E’ l’ora di stabilire regole certe nel rapporto pubblico – privato. Insomma vi pare normale che due imprenditori non diano corso all’esecuzione dell’opera e la città abbia un nuovo “monumento” all’inefficienza, alla superficialità, quasi al cinismo di privati che iniziano e neanche a metà dell’opera se ne vanno? Almeno ci dicessero cosa accade! Neanche gli appassionati d’arte moderna considerano un’opera degna di nota quello scheletro che la Hopaf s.p.a. ha voluto “regalare” alla città.
Rispetto a quanto detto, la proposta per questa città è già presente nello stesso statuto del Comune di Gela, che tutti dovrebbero conoscere e che il ceto politico sembra aver ignorato. Infatti, come si può leggere all’art. 6, il Comune di Gela, in questo caso, al fine di garantire un idoneo ed ordinato sviluppo del territorio dovrebbe sorvegliare sulla perentoria esecuzione delle opere, siano esse pubbliche o private, soprattutto se quelle opere hanno un impatto ambientale rilevante, come nel caso del centro commerciale summenzionato, che collocato su una delle principale vie commerciali della città, ha un notevole impatto non solo sulla cittadinanza ma anche su coloro che attraversano la nostra città per altri motivi. Pertanto, si tratterebbe solo di procedere all’attuazione dei principi fondamentali voluti dalla nostra stessa comunità, per dare ordine e sistemazione ad uno sviluppo urbanistico che neppure la Procura della Repubblica riesce a contenere.

Anzi, credo utile avanzare un’ulteriore proposta apportando delle modifiche allo statuto esistente, con quanto previsto dallo statuto del Comune di Vicenza, in ordine allo sviluppo urbanistico del territorio. 

 ART. 3 Tutela e valorizzazione del territorio comunale
 Il comune promuove ad attua un organico assetto del territorio, nel quadro di uno sviluppo equilibrato degli insediamenti umani e delle infrastrutture sociali, privilegiando il recupero del patrimonio edilizio esistente; promuove e realizza la salvaguardia dell’ambiente, la qualità della vita e la salute pubblica con attività rivolte a prevenire, reprimere ed eliminare ogni forma di inquinamento; promuove il risparmio delle risorse naturali ed ambientali; tutela i valori del paesaggio e del patrimonio naturale, storico ed artistico attuando, in particolare, iniziative di valorizzazione dei beni iscritti nella Lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO.

L’analisi condotta ci porta a considerazioni di carattere economico. Sorvegliare sulla perentoria esecuzione delle opere a cui si è rilasciata la concessione edilizia non significa solo armonioso sviluppo del territorio, che in una città come Gela non sarebbe affatto male, ma significa anche sviluppo economico tout court. Cosa si vuole dire e quale proposta si vuole lanciare?
 Se i principi dell’ordinamento trovassero puntuale attuazione, si genererebbe maggiore attenzione verso le società che propongono l’investimento, anche in termini di capacità finanziaria, che a sua volta significherebbe avere certezza che gli appaltatori, e di riflesso i lavoratori e tutte le maestranze impegnate vengano pagate con deflazione dei problemi sociali. Alla fine, tutto questo si traduce in opere completate per la città ed economia che gira. Per cui se la politica si concentrerà nel dare attuazione al principio generale, anche gli altri fattori sociali potranno progredire, allo scopo di porre rimedio ad inefficienze o casi di abbandono di cantieri che non fanno altro che deturpare la città.

                                                             Dirigente Regionale Fillea Cgil Sicilia
                                                                            Ignazio Giudice

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